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Illeciti nella gestione del Cara di Varapodio. Indagato il Sindaco

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Era stato scelto un ex agriturismo per attivare il centro d’accoglienza per migranti ed era stata stipulata anche una convenzione con la prefettura di Reggio Calabria . L’attività inizia nel 2016, ma già un anno dopo le forze dell’ordine si accorgono che qualcosa non va nella gestione delle forniture e nell’assunzione del personale. Ora la Procura di Palmi ha chiuso l’inchiesta denominata “cara accoglienza”. Sei le persone indagate, tra queste il sindaco di Varapodio, Orlando Fazzolari, candidato e non eletto nella lista di Fratelli d’Italia alle ultime elezioni regionali e due funzionari della prefettura di Reggio Calabria per aver falsificato i verbali sui controlli. Il sindaco è accusato di aver affidato direttamente la gestione del centro alla cooperativa “Itaca”e di aver garantito ad imprese a lui vicine le forniture per i servizi. Inoltre avrebbe fatto assumere dalla cooperativa due consiglieri comunali e la moglie di uno dei due, senza che questi avessero i requisiti necessari. Avrebbe inoltre stipulato convenzioni mediante affidamenti diretti senza passare attraverso l’approvazione del consiglio comunale, violando in questo modo il codice degli appalti. Secondo quanto ricostruito in tre anni d’indagine  dai carabinieri della compagnia di Taurianova, la struttura messa in piedi era un vero e proprio centro d’illeciti guadagni, per il rafforzamento da parte del sindaco della sua influenza politica nel territorio. Nei suoi rapporti con due imprese locali d’abbigliamento, concessionarie del servizio di fornitura per i migranti del centro, ha preso accordi con i proprietari per un pagamento maggiorato rispetto a quello stabilito dalla convenzione con la prefettura. Tutto a danno delle casse del Comune. Inoltre parte della merce, vestiti e scarpe,  veniva destinata anziché ai migranti al figlio del primo cittadino. Il centro d’accoglienza di Varapodio nei due anni in cui è rimasto attivo ha ospitato diverse decine d’immigrati di varia nazionalità, somali, curdi, nigeriani, eritrei, ed è stato chiuso nel 2018 con il termine della convenzione tra il Comune e la Prefettura.


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