Santa Fiora, 6 agosto 2020 – Sergio Zavoli, un grande giornalista e per me anche un maestro. Da tv7 ai servizi speciali del Tg….fino alla selezione dei nuovi giornalisti RAI. Quanti anni al suo fianco nelle stanze di Via Teulada. Un privilegio la sua guida e la sua amicizia.
Non era difficile volergli bene, anche se non sempre andavamo d’accordo. Per molti come per me poesia e giornalismo erano e sono difficili da tenere assieme, per lui no. E il grande, meritato successo della sua personalissima comunicazione, rigorosa e al tempo stesso “lirica”, riusciva a dimostrarlo. Con il commento come con le immagini.
A differenza di tanti colleghi di ieri e più ancora di oggi, magari anche professionisti di prestigio, sapeva e insegnava che in un buon servizio televisivo parole e immagini dipendevano le une dalle altre. Al punto di non poter essere comprese se non insieme.
Ma soprattutto Zavoli è stato uno dei pochi giornalisti a trovarsi sempre perfettamente a suo agio sia dagli studi radiofonici o televisivi sia stando dietro a una telecamera. O a una cinepresa, l’Arriflex, che a quel tempo si usava per le riprese. E la sua penna di scrittore si intonava perfettamente con quella bella, inconfondibile voce di “commosso viaggiatore”, come con affettuosa ironia lo avevano ribattezzato alcuni. Una voce destinata a restare per sempre sia nel nostro ricordo che nella storia della grande radiotelevisione italiana.