Il Presidente della Repubblica ha auspicato ieri una rapida conclusione dell’iter parlamentare della legge delega per la riorganizzazione delle Forze Armate. E’ vero: non possiamo più permetterci di tenere in piedi un apparato così anacronistico e costoso. Le Forze armate vanno riformatema il testo che i senatori voteranno oggi non è il solo possibile. Le modifiche introdotte nei giorni scorsi dalla Commissione Difesa sono importanti ma non bastano. Ripristinano il controllo del Parlamento sugli arsenali e impediscono ai generali di trasformarsi in mercanti d’armi ma non toccano la sostanza.
Il progetto di “riforma” elaborato dall’Ammiraglio Giampaolo Di Paola e mai controfirmato dal Presidente del Consiglio Monti e dagli altri ministri coinvolti non fissa alcun obiettivo di riduzione delle spese militari mentre si continua a tagliare senza troppi problemi ogni altra cosa. Di Paola taglia sul personale e si prepara a spendere ancora di più sulle armi caricando sul bilancio dello Stato i costi dei militari che saranno pensionati o trasferiti. Ma in questo modo non si aumenta la spesa pubblica?
Resta l’odiosa norma che costringerà i comuni alluvionati o colpiti da qualche altra catastrofe naturale a pagare il conto dell’intervento delle forze armate. Resta anche la possibilità per il ministero della Difesa di gestire le “dismissioni” del personale in esubero aumentando il precariato e la pressione psicologica su chi resta. Mancano invece i criteri che dovrebbero guidare una riforma coerente e motivata da un’aggiornata analisi geopolitica delle minacce, del ruolo che vuole svolgere il nostro paese e dalle missioni da realizzare. (…)
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*coordinatore Tavola della pace