L’idea sembrava improntata alla pacificazione, in realtà si è rivelata una vera e propria provocazione. Succede a Terracina, un paesone sul mare, di 40mila abitanti, giusto al centro della provincia di Latina, amministrato fino a pochi mesi da uno dei nomi di spicco di Fratelli d’Italia, poi eletto al Parlamento Europeo. E adesso, alla vigilia delle elezioni, nel bel mezzo di una bufera per gli accordi nel centrodestra volti a trovare un nome da condividere quale candidato a sindaco, spunta la proposta del consigliere comunale Giuseppe Talone, anch’egli di Fratelli d’Italia, per intitolare una piazza a Giorgio Almirante e ad Enrico Berlinguer. L’iniziativa viene presentata come “un modo per favorire la pacificazione a distanza di oltre 70 anni dal crollo del fascismo e dalla fine della guerra” ma ha scatenato un’onda di polemiche che ha pochi precedenti.
Il punto approdato in aula è stato votato da 12 consiglieri di maggioranza, tra cui tre ex dem, passati in gruppi civici che alle amministrative di settembre sosterranno FdI. Mettere insieme l’ex segretario del Msi e l’ex segretario del Pci a tutti gli altri è sembrato uno scivolone sulla Storia e sulle idee per le quali molti sono morti. Talone invece ha giustificato la mozione come un un modo per “riconoscere l’alto profilo istituzionale dei due esponenti politici e contribuire al raggiungimento di quella definitiva pacificazione nazionale, consegnando definitivamente alla storia le vicende del ventesimo secolo, imparando dagli errori commessi da tutti”. Per l’Anpi si tratta di una provocazione e ieri il consigliere regionale Eleonora Mattia ha chiesto persino l’intervento del Prefetto.
“Con sdegno apprendiamo che a Terracina, è stato approvato, nonostante l’opposizione dei democratici antifascisti, l’iter per nominare una piazza congiuntamente a Giorgio Almirante e a Enrico Berlinguer. Subdolo tentativo di nobilitare un fascista – ha detto Fabrizio De Sanctis, coordinatore dell’Anpi del Lazio – pienamente coinvolto nella dittatura con responsabilità pubbliche, tra i massimi sostenitori delle leggi razziali del ’38, fucilatore di patrioti e maestro di tanti terroristi neofascisti negli anni ’70. Indegno l’accostamento ad un suo irriducibile avversario, Enrico Berlinguer, che con i fascisti proprio non discuteva. Dietro tale operazione si cela solo il triste disegno di riabilitare il fascismo. Tale proposta – ha concluso – è e va vista come una becera, inaccettabile e intollerabile provocazione e risponderemo ad essa con tutti i mezzi a disposizione, insieme al comitato provinciale dell’Anpi di Latina, alla sezione di Terracina e a tutte le realtà democratiche del territorio. La storia è storia e non può essere piegata a turpi fini”.