Immaginatevi in spiaggia con le cuffiette agli orecchi per ascoltare buona musica. Passa un brano jazz di Michel Petrucciani: lo fischiettate ammirandone la maestria al pianoforte o vi chiedete cos’è l’osteogenesi imperfetta? Michel Petrucciani era alto un metro circa, aveva la sindrome delle ossa di cristallo, ma ciò non gli ha impedito di essere uno dei più apprezzati pianisti jazz del ‘900 (e per gli appassionati di gossip anche un bon viveur, a cui sono state accreditate un discreto numero di fidanzate).
Per l’ultimo appuntamento del Festival dei Diritti Umani all’Estate Sforzesca vogliamo invitarvi a ragionare su questo: la musica è un fantastico veicolo di inclusione. Sul palco, dalle 21 del 29 luglio, Silvia Zaru, pianista e insegnante di piano e Silvia Franzoni, presidente dell’associazione Altravoce. La prima Silvia è una persona cieca e spiegherà che la musica è inclusione a patto però che ci sia tenacia e disponibilità: gli accordi sono giusti o sbagliati al di là della tua disabilità, e per suonare bene occorre studio. La seconda Silvia ci racconterà dell’esperienza di questa orchestra che fa convivere persone con disabilità cognitive a musicisti professionisti. “Non aspettatevi le musichette semplici – annuncia – con il giusto metodo e la pazienza si ottengono risultati inaspettati”.
Così la prossima volta che passerà in tv Shine, il film che racconta la storia del pianista David Helfgott, ricoverato per anni in ospedali psichiatrici ma che non ha mai perso il tocco magico al pianoforte, lo vedrete con occhi diversi.
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