«Le condanne stabilite dalla corte di Assise di Roma in merito alla sparatoria tra clan rivali a Ostia nel 2013 sono un duplice riconoscimento per Federica Angeli. Da una parte perché come cittadina ha deciso di non girarsi dall’altra parte e, nonostante le minacce, di andare a testimoniare. Dall’altra perché come giornalista ha scelto, nonostante nuove e più gravi minacce che l’hanno costretta a una vita sotto scorta, di illuminare i traffici dei clan nella realtà del litorale romano. Nel confermarle la nostra vicinanza e la nostra solidarietà, ci auguriamo che coloro che hanno trovato il modo di infangarla e di aggredirla vogliano cogliere l’occasione per porgerle le loro scuse». Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.