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“I valori che contano”, il nuovo brillante romanzo di Diego De Silva

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“Uno dice ‘accogli’. E va bè, figuriamoci. Solidarietà prima di tutto. Empatia e umanità. Non scherziamo. Apri all’estraneo che bussa alla tua porta in cerca di aiuto, non stare lì a domandarti chi è, cosa ha fatto, da chi fugge…”

E’ questo l’incipit de “I valori che contano (avrei preferito non scoprirli)” di Diego De Silva, pubblicato da poche settimane da Einaudi nella collana I Coralli (320pp, 18,50 Euro), un romanzo divertente e al contempo profondo che ci trascina in una nuova avventura dell’Avvocato Vincenzo Malinconico, personaggio seriale dell’autore napoletano creato 13 anni fa.

Malinconico rientrando a casa trova sul pianerottolo una ragazza in mutande che chiede di esser nascosta. Senza esitazione la accoglie, raccontando quindi un mare di frottole al carabiniere che suona al suo campanello pochi istanti dopo. Vincenzo è iellato e sardonico, non di certo ricco; ha abbandonato il suo studiolo di periferia di 30mq arredato con mobili Ikea quando è entrato nello studio Lacalamita (di Benny, un penalista sopra le righe), anche se per lui il ‘salto’ non ha fatto gran differenza “che tanto lui sempre nei 30 di prima continua a muoversi”. Ha cinquant’anni, è separato e per lui quello che conta è sentire di tanto in tanto i suoi figli Alagia e Alfredo e vedersi con Veronica, sua ex assistita per una causa di divorzio, che cerca di convincere ad una maggiore intimità.

Quando Venere varca la soglia del suo studio, comprende che la puttana che ha nascosto nel proprio appartamento è la figlia del sindaco, vittima di estorsione. E’ così che Malinconico racconta la relazione tra un padre corrotto e una figlia che lo compatisce, la prostituzione, il revenge porn e la logica dei maschi meridionali. Fino a quando, e in modo del tutto casuale, scopre un tumore al testicolo, o meglio un linfoma non Hodgkin, una diagnosi che riceve sperando in cuor suo “che quel ‘non’ ‘togliesse qualcosa alla brutta notizia”.

Di fronte al ‘nemico’ sa che “non c’è da dichiararsi vittime innocenti, perché la malattia non è un licenziamento ingiustificato e non c’è una ragione per cui il cancro colpisca te e non  un altro, non c’è da fare i guerrieri. C’è da rendersi conto che i valori che contano sono pochi, e siccome si scoprono solo quando si rischia di morire, è tanto meglio vivere di valori che non contano niente.”

Questo romanzo è probabilmente il più riuscito della serie con protagonista Malinconico, da sempre un uomo ironico e dissacrante che ci viene presentato a tu per tu con la malattia (la stessa che ha colpito l’autore), svelando il suo aspetto più intimo ed umano, le sue paure e le sue fragilità, senza rinunciare tuttavia ad una narrazione divertente, spesso tragicomica e comunque sempre brillante.


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