Precisava il Presidente Antonio Cappiello, aprendo il giudizio di secondo grado per i presunti depistaggi legati al disastro aereo di Ustica “in questa sede non ci si occuperà delle cause che hanno provocato il disastro o di altro, ma soltanto della posizione degli imputati.
Ricordiamo che i generali imputati rispondevano di fatti capitati dopo il 27 giugno 80.
Oggi invece da quel giudizio di Cappiello si vuol fare emergere la dimostrazione della bomba a bordo al DC 9.
Ricomincia dunque la fiera delle falsità.
Si continua a sostenere che una perizia, frutto del lavoro di straordinarie competenze, ha dimostrato la presenza di una bomba a bordo e si continua però a nascondere che proprio il giudice istruttore Priore, e i Pubblici ministeri che avevano “commissionato” quella perizia, l’hanno “ritenuta affetta da tali e tanti vizi da essere considerata inutilizzabile”, l’hanno bocciata insomma, per evidenti errori, concludendo poi, con la Sentenza ordinanza del 1999, che il DC9 era stato abbattuto nel corso di un episodio di guerra aerea.
E da ultimo, in questi gioco delle tre carte di falsità, ritorna un vecchio trucco, operato già dal sen. Giovanardi, di dichiarare, e non esibire la presenza di documenti tenuti segreti.
La verità già ampiamente chiarita è che quelle carte esistono e sono” regolarmente” custodite e accessibili, ma non hanno nessuna attinenza coi fatti. Né di Ustica né della Stazione di Bologna.
Spiace pero’ che la Presidenza del Copasir, presa da un doveroso desiderio di verità, non veda l’evidente strumentalità dell’ operazione.
Voglio con forza denunciare queste ennesime operazioni di depistaggio proprio quando ci avviciniamo al 40°Anniversario della strage di Ustica- 27 giugno -, una occasione nella quale deve risuonare forte l’appello alla verità e alla giustizia sugli autori materiale di quell’evento stragistico, e proprio quando si deve chiedere un impegno determinato alle nostre Istituzioni perché la Procura di Roma abbia a disposizione la più completa collaborazione internazionale per concludere quelle indagini sull’abbattimento del DC9 Itavia , che sono state riaperte dopo che il Presidente emerito Cossiga ha chiamato direttamente in causa come responsabili della tragedia aerei francesi.