Immigrazione. Gli stranieri in Italia sono 5 milioni, ma “non sono numeri”

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Come ogni anno il Dossier statistico immigrazione di Caritas Migrantes, arrivato alla sua 22esima edizione, si presenta ricco di dati ma soprattutto di spunti per riflettere e dai quali ripartire per un ripensamento complessivo delle politiche sull’immigrazione nel nostro paese. E che non siano solo dati freddi e asettici lo sottolinea lo stesso rapporto per il quale è stato scelto il sottotitolo di “Non sono numeri”. Non sono numeri nella misura in cui i fenomeno dell’immigrazione in Italia, sottolinea uno dei relatori durante la conferenza stampa di presentazione, tenutasi oggi a Roma, tende ad assumere tratti sempre più stabili e la popolazione straniera residente sul territorio nazionale ha ormai raggiunto quota 5milioni. Come se una “nuova regione”, per usare l’espressione del Ministro dell’Integrazione Riccardi, intervenuto all’evento, si fosse aggiunta alla penisola con il suo carico di abitanti, giovani per la maggior parte.

Una realtà che non può più essere ignorata e soprattutto, sottolinea il ministro, non la si può continuare a trattare in termini prettamente emergenziali, come finora è stato fatto.
“La realtà dell’immigrazione in Italia è ormai un qualcosa di strutturale e in un paese come il nostro- ha tenuto a ribadire Riccardi- non ci potrà essere crescita senza un reale apporto degli immigrati.”
Non sono naturalmente mancate le frecciate dirette a chi dell’”invasione degli stranieri” ha fatto il proprio cavallo di troia e ai toni non sempre consoni utilizzati in diverse occasione nell’ambito del “dibattito pubblico”.

Un dibattito che però, come fatto notare anche oggi in conferenza stampa, negli ultimi tempi sembra essere decisamente cambiato grazie anche all’impegno e all’interazione di soggetti differenti, basti pensare per esempio alla Carta di Roma, cui il dossier dedica un intero capitolo.
Rimangono tuttavia in campo sfide importanti e di difficile soluzione. La questione della cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia ( ampiamente affrontata nei capitoli Da “stranieri” a “cittadini”: non solo un percorso formale e in I minori stranieri: questioni in sospeso)  continua ad essere ancora al centro dell’attenzione, sebbene non sia riuscita a stare al centro di un serio dibattito politico così come si pone il problema di come arginare lo sfruttamento di manodopera straniera ( sebbene in questa direzione si sia operato con la recente “sanatoria”)…
Questioni ributtate sul piatto dal Ministro che in chiosa ribadisce: “E’ necessario mettere mano e rivedere il testo unico sull’immigrazione”.

Trovando pieno consenso da parte della fondazione Caritas Migrantes.
Di fronte al dato ineluttabile di una crescita esponenziale del fenomeno migratorio ( secondo stime sul futuro demografico del paese nel 2065 gli stranieri dovrebbero essere più di 14milioni) Caritas e Migrantes, nella parte introduttiva la Dossier evidenziano, infatti, la  necessità di adottare al più presto misure più adeguate quali : “… il recupero del sommerso, qualificazione dei nuovi cittadini, stabilizzazione del loro soggiorno, semplificazione della burocrazia e potenziamento delle misure di inserimento…”
Strade in qualche modo già prospettate dall’attuale Governo tecnico, ma che necessitano della sensibilità del Parlamento e dei singoli partiti per trovare un’ulteriore evoluzione positiva.
Perchè appunto, non si tratta “solo di numeri”.

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