Critiche dall’Usigrai sulla “fretta” per le nuove nomine mentre è ancora in atto una grave emergenza sanitaria e si è alla vigilia del monitoraggio complessivo della cosiddetta fase 2.
“La fase 2 della Rai non è ancora partita. Eppure subito si rimette in moto la macchina delle nomine. – si legge nella nota dell’Usigrai – Qual è il criterio? Per di più senza un piano adeguato a fronteggiare le ricadute dell’emergenza che ancora stiamo vivendo? Al solito, il totonomine mette nel frullatore nomi su nomi. Con accanto le casacche, di partito o anche solo correnti. Lo diciamo con chiarezza: il nodo non è nei nomi, tutte professionalità di primo livello. Il nodo è che in una azienda sana, che guarda al futuro anche più prossimo, i cambi e le nomine si fanno secondo esigenze editoriali, e non con logiche di equilibrismi tra partiti, da decenni inquinanti per l’informazione di Servizio Pubblico. Quindi diciamo all’Ad e al CdA che ogni cambio di direzione deve essere spiegato e motivato da esigenze editoriali e organizzative. Al momento le uniche spiegazioni che leggiamo sono legate a ordini di partito. Nessuna motivazione legata ai risultati, nessuna legata al rispetto del Contratto di Servizio, nessuna ai valori del Servizio Pubblico. E, a proposito di valori, ancora una volta sembra che a pagare saranno le donne. Altro che Fase 2, torniamo alla Fase 0!”.