“Silvia Romano è stata liberata! Ringrazio le donne e gli uomini dei servizi di intelligence esterna. Silvia, ti aspettiamo in Italia!”. Lo scrive su twitter il premier Giuseppe Conte. La cooperante italiana era stata rapita in Kenya il 20 novembre del 2018. Silvia Romano, secondo quanto si è appreso, è stata liberata a 30 chilometri da Mogadiscio. L’operazione che ha portato alla liberazione della volontaria è avvenuta in una zona in condizioni estreme perchè colpita negli
ultimi giorni dalle alluvioni.
Anche il ministro degli Esteri Di Maio interviene con un post su Facebook: “Volevo darvi una buona notizia. Silvia Romano è libera. Lo Stato non lascia indietro nessuno”. “E un grazie alla nostra intelligence, all’Aise in particolare, alla Farnesina e a tutti coloro che ci hanno lavorato”, scrive il ministro.
Una notizia “che ci riempie di gioia”. Si è espresso così il presidente del parlamento europeo, David Sassoli. “Ci sono tante notizie che possono farci felici”, ha scritto Sassoli sui suoi profili social, “Pochissime, però, ci riempiono di gioia come l’annuncio della liberazione di Silvia Romano a un anno e mezzo dal sequestro in Kenya”. “Un grazie alle operatrici e agli operatori dei nostri Servizi, che non si sono arresi mai!”, ha concluso il presidente del parlamento europeo.
La speranza di tante e tanti e’ realta'”. A sottolinearlo e’ Silvia Stilli, dell’Associazione delle Organizzazioni italiane di cooperazione e solidarieta’ internazionale. “Ci hanno creduto per primi i familiari – ricorda Stilli – fiduciosi nel lavoro delle istituzioni, governo e intelligence, in Parlamento c’e’ chi ha tenuto alta l’attenzione e ha vigilato perche’ non ci fossero stop nelle ricerche e nel dialogo con la sicurezza dei Paesi coinvolti dalla vicenda.
Tutte le organizzazioni sociali di solidarieta’ e cooperazione internazionale hanno lanciato appelli perche’ Silvia non venisse dimenticata e hanno reagito per lei, che non poteva parlare, in risposta alle illazioni pesanti legate al suo rapimento”. “Silvia e’ viva e libera adesso – conclude – lasciamole tempo e modo di godere dell’affetto che merita. Una ragazza decisa, forte e spinta dalla giustizia della solidarieta’ e dell’agire bene torna a casa. Rallegriamoci di questo, in attesa di poterle dimostrare l’affetto dal vivo”.