Il Festival dei Diritti umani di Milano non si ferma, cambia prospettiva e torna dal 5 al 7 maggio online
Dopo l’ultima edizione del 2019 tenutasi Torino a fine novembre realizzata anche grazie all’organizzazione operativa del settimanale Riforma nel capoluogo piemontese e alla collaborazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) insieme ai promotori ufficiali (Reset – diritti umani), il Festival dei diritti umani di Milano (ideato proprio nella capitale lombarda) torna a casa con un’edizione tutta online dal 5 al 7 maggio per aggirare l’emergenza pandemia.
«Un Festival interamente in streaming – ricorda Danilo De Biasio, direttore dell’iniziativa –. Una risposta immediata – prosegue – alle chiusure imposte dal corona virus. Mentre si decideva la quarantena abbiamo capito che non avremmo potuto affrontare come sempre l’appuntamento con migliaia di studenti e visitatori, in quella grande famiglia di ospiti e staff che si crea come se fosse un fatto del tutto naturale e non lo sforzo costante di un anno di programmazione. Abbiamo dunque cambiato tutto – dice De Biasio –, oggi scommettiamo su un Festival “diverso”, ma sempre in grado di far conoscere, di emozionare, di denunciare. Quest’anno il tema scelto è la disabilità o meglio, la “non disabilità”. Rifletteremo sul coraggio, sulla scelta di andare contro, perché: Da vicino nessuno è disabile».
L’immagine adottata per lanciare l’iniziativa è appunto uno sgabello con sopra una ruota: l’invenzione artistica di Marcel Duchamp, «scelta – prosegue il direttore –, proprio perché seppur appaia un’opera complessa, concettuale, è invece semplice. I ready-made, a partire dalle proposte di Duchamp, avevano lo scopo di rinnovare la percezione su cose e fatti, di offrire prospettive diverse modificando le percezioni mentali. Dunque, di trasformare il significato dell’oggetto stesso guidando l’osservatore dell’opera a fare un’esperienza da un punto di vista inatteso e capace di stravolgere le convenzioni preconcette. Ossia lo sforzo di questa edizione del Festival: affrontare un tema così delicato e complesso come la disabilità portando le persone a riflettere sulla trasversalità del tema e la dicotomia abile/disabile».
Il Festival sarà dunque fruibile da casa visitando il sito www.festivaldirittiumani.
«È importante per noi – conclude –, vorremmo raggiungere tante persone perché tratteremo e parleremo dei diritti di tutti e in particolar modo di quelli delle persone con disabilità, rese ancora più fragili in questo periodo difficile».
Segnaliamo due tra i tanti appuntamenti:
7 Maggio, 15:00 – 16:00
La disabilità raccontata. Stigmatizzate e ridicolizzate, le persone con disabilità hanno conquistato da poco un loro spazio adeguato nella letteratura, nel cinema, nel teatro. Non solo per il «politicamente corretto» ma anche perché chi vive la disabilità in prima persona e ha cominciato a raccontarsi. Con Simonetta Agnello Hornby, scrittrice; Claudia Durastanti, scrittrice; Barbara Garlaschelli, scrittrice; George Hornby, autore e viaggiatore «rotellato»; Edoardo Leo, attore; Costanza Rizzacasa d’Orsogna, giornalista del Corriere della Sera e scrittrice.
Sempre il 7 Maggio dalle 19 alle 21 un incontro sulla libertà: «Liberi di essere se stessi è difficile quando si è costretti in una camicia di forza. Crescere amati e rispettati è difficile quando si è respinti. Servono persone capaci di andare controcorrente» con Alberta Basaglia, vice presidente della Fondazione Basaglia; Massimo Cirri, giornalista e conduttore radiofonico; Peppe Dell’Acqua, psichiatra; Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, la foresta dei Giusti; Luca Trapanese, presidente di «A ruota libera Onlus».