In un momento così drammatico della nostra vita, in cui ogni giorno apprendiamo di un numero così impressionante di malati e di morti per la pandemia da coronavirus, con le Istituzioni impegnate in una
difficilissima lotta per contenere l’infezione e fare tornare il Paese alla normalità, noi familiari delle vittime della più grande tragedia della marina mercantile italiana dal dopoguerra, in punta di piedi, abbiamo l’obbligo di ricordare i nostri cari deceduti 29 anni fa in occasione della annuale ricorrenza del 10 aprile.
Pur essendo trascorsi molti anni da quella terribile notte del 10 aprile 1991, sentiamo ancora vivo il dolore che non potrà placarsi sino a quando non verrà fatta giustizia e fino a quando i responsabili di questa strage non saranno identificati e non saranno chiamati a rispondere delle loro condotte. La strage del Moby Prince ha comportato la perdita di 140 persone, passeggeri e membri dell’equipaggio del Moby Prince, deceduti dopo ore di sofferenza e di
agonia, in attesa di soccorsi mai arrivati e che hanno potuto contare solo su se stessi e sul tentativo degli uomini dell’equipaggio di mettere in sicurezza i passeggeri del traghetto, come confermato dalla Commissione parlamentare di inchiesta.
Oggi, per la prima volta, noi familiari commemoriamo i nostri morti ciascuno dalla propria casa e dalla propria città, ma uniti spiritualmente e con il cuore a tutti gli altri familiari delle vittime. Siamo uniti dalla volontà e dalla speranza di avere giustizia, perchè non intendiamo rassegnarci nè alla mancanza di giustizia nè alla perdita della memoria su quanto acceduto quella tragica notte. Per questo siamo fiduciosi nel lavoro della Procura di
Livorno, che ha riaperto le indagini dopo il deposito della relazione da parte della Commissione Parlamentare di inchiesta, così come speriamo che l’esito della causa civile da noi promossa nei confronti del Ministero dei Trasporti e della Difesa, la cui prima udienza di terrà il prossimo 5 giugno, potrà finalmente riconoscere e dichiarare anche in sede giudiziaria le gravi responsabilità della Capitaneria di Porto di Livorno.
Oggi affidiamo la nostra testimonianza ed il nostro ricordo alle Istituzioni dello Stato affinchè si facciamo interpreti, con il loro intervento, della nostra ferma volontà di non dimenticare e di non abbandonare la ricerca della verità sulla strage del Moby Prince.
Luchino Chessa, presidente Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime
Moby Prince Onlus
Loris Rispoli, presidente Comitato 140 Familiari Vittime Moby Prince