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‘Buona la prima’, il promettente romanzo di esordio di Fabienne Agliardi

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Da una domanda in apparenza banale “Quale è il primo libro che hai letto?”, Maia Mao, una giornalista sulla soglia dei quarant’anni, ripercorre la sua vita attraverso le tappe più significative che l’hanno contraddistinta. “Buona la prima. Venti prime volte che contano” è il romanzo di esordio di Fabienne Agliardi, pubblicato da Morellini Editore nella collana Varianti (248pp, 13,90 Euro), non ancora uscito in libreria ma disponibile dallo scorso 2 aprile in tutti gli store online.

“Sono il frutto di una prima volta. Una prima volta vera. Quella prima volta. L’ho scoperto per caso, una sera, durante una puntata dei Visitors. Avevo nove anni e i Visitors mi erano proibiti. «Poi te li sogni» diceva mia mamma. Tuttavia, almeno tre bambini della mia classe li vedevano insieme ai genitori sul divano, con tanto di copertina. E senza nemmeno dover negoziare. «Loro sono maschi, hanno meno paura» ribadiva mio padre, gran cultore della parità tra sessi.”

E’ così che si apre una narrazione le cui cifre stilistiche sono leggerezza e umorismo. Dalla ‘primissima prima volta’, la protagonista – “una bambina segnata da una prima volta e con un nome che era un refuso” – figlia di un aspirante prelato che aveva abbandonato i voti per crisi di vocazione e di una fotografa milanese, si racconta attraverso le sue venti prime volte più importanti, e attraverso gli scatti che la ritraggono in quelle fondamentali tappe della sua esistenza.

E’ così che il libro si articola in tre parti, scandite dall’evoluzione della fotografia: dal bianco e nero (infanzia) alla polaroid (pre-adolescenza e adolescenza) fino al digitale (maturità). E’ così che dal 1976 al 2017 si passa attraverso la ‘prima fiaba’ – quella del ‘cecino nero’, frutto della fantasia di sua madre Cecilia – al ‘primo amore’ – all’età di 4 anni per Marco Ebbasta – fino al ‘primo giorno di scuola’, alla ‘prima volta al cinema’ – in uscita con la scuola – alla disastrosa ‘prima comunione’, al ‘primo incontro’ – quello con Mirko con la k – per arrivare, attraverso quattro decadi, fino alla ‘prima notte di nozze’. L’epilogo infine, nel dicembre 2017, quando Maia sta per dare alla luce il ‘primo figlio’… Un racconto fluido che utilizza l’ironia anche per raccontare i momenti più difficili, parte inevitabile della vita di ciascuno.

Un racconto appassionato e coinvolgente, un promettente primo romanzo!


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