Siamo Paola, Abdul, Michele, Mamy, Patrizia e tanti altri braccianti invisibili, zappatori dimenticati e raccoglitori derelitti della frutta e della verdura che trovate sulle vostre tavole. Il nostro sudore è uno degli ingredienti della vostra dieta giornaliera. Ogni mattina ci alziamo all’alba, ci spacchiamo la schiena nei campi per tutto il giorno e torniamo la notte a dormire nei nostri tuguri, nelle nostre baracche e nei casolari fatiscenti.
Oggi, abbiamo bisogno di voi e della vostra generosità. Siamo degli esseri umani, con uno stomaco quasi sempre vuoto, e non solo braccia da sfruttare.
Nel mezzo di questa pestilenza mondiale -con il dramma quotidiano di contagi e la straziante strage silenziosa che ogni giorno ci porta via i cari senza poterli salutare e abbracciare – scopriamo che siamo tutti uguali e accomunati dalla stessa angoscia, paura, dolore e lutto.
Il denaro e la tecnologia avevano illuso l’umanità che era diventata invincibile, capace di padroneggiare lo spazio e di domare il tempo. Però, la morte, che bussa quotidianamente alle nostre porte distruggendo famiglie intere, ci ricorda che varchiamo il confine della vita, sia in entrata che in uscita, sempre soli e senza niente. Per questo, la vita umana rimane il dono più prezioso.
Ci dicono, giustamente e con ragione, di stare chiusi in casa per sconfiggere questo nemico invisibile. Ma se noi non usciamo non faremo mangiare tante persone tra cui i medici e infermieri in trincea. Lavoriamo senza guanti, senza mascherine e senza distanziamento. Per molti di noi non ci sono sussidi, congedi o cassa integrazione. Per noi ci sono solo gli stenti del duro lavoro e le malattie respiratorie, osteomuscolari, grastrointerinali. E ora anche il terrore del coronavirus.
Forse sono in questi momenti difficili, quando gli esseri umani si accorgono della propria fragilità, che diventa più facile guardare verso il basso, nei bassifondi dell’umanità, e udire il grido di dolore dei lavoratori della terra.
Ed è per questo che lanciamo oggi un appello affinché possiate farci una donazione che ci consentirà di portare cibo e diritti anche sulle nostre tavole.