No, non ci sono giustificazioni.
La lettera inviata dall’ambasciatore russo in Italia al direttore de La Stampa,rappresenta un oltraggio all’Italia, alla sua Costituzione, alla libertà di informazione.
Non ricordiamo precedenti di minacce pubbliche mirate contro un giornale e un giornalista ,Jacopo Iacoboni, accusato di infastidire la Russia e di alimentare una campagna russofoba contro un paese che “Invia aiuti agli italiani”
Nella lettera si arriva persino ad “avvertire”che “Chi scava la fossa per un altro ci cadrà dentro lui stesso..”
Citazione inquietante perché arriva da una nazione che occupa, il posto 148, su 180 nazioni prese in esame, nei rapporti internazionali sulla libertà di informazione.
Senza voler ricordare i nomi delle giornaliste e dei giornalisti uccisi in quel paese, quasi tutti restati senza verità e giustizia.
Le accuse a Jacoboni sono anche un avvertimento a quanti stanno indagando sulle fabbriche della paura che, ogni giorno, producono fakenews con l’obiettivo di destabilizzare l’Unione europea e di rafforzare, ovunque possibile, il progetto sovranità.
L’Italia, nel loro disegno, é considerata l’avamposto del progetto.
Questo é l’obiettivo da colpire e per questo vogliono intimidire giornali e giornalisti.
A queste minacce hanno già risposto, in modo esemplare, il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari, la Fnsi, il comitato di redazione, l’associazione stampa Subalpina.
Ora spetta al governo far sentire la sua voce.
La federazione della stampa ha già sollecitato il ministero degli interni ad attivare l’osservatorio sui cronisti minacciati, ma ci attendiamo una convocazione ,da parte della presidenza del consiglio o del ministero degli Esteri, dell’ambasciatore russo in Italia.
A nessun no può essere consentito quel linguaggio e quelle minacce.
O ritratta e chiede scusa, oppure deve essere considerata “Persona non gradita” e accompagnata al confine.
Siamo grati ai russi per gli aiuti che stanno dando all’Italia, ma qualcuno di loro ha forse confuso le “Mascherine” con i “Bavagli”