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Ddl Diffamazione, arriva in aula un testo
che non tutela né i giornalisti né i diffamati

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Niente carcere per i giornalisti, ma sanzioni che arrivano fino a 100 mila euro. Il ddl sulla diffamazione passa in Commissione Giustizia al Senato e oggi arriva in Aula, dove gia’ si annuncia battaglia a colpi di emendamenti. Fuori da Palazzo Madama nonostante il ritiro della cosiddetta norma anti-Gabanelli, contestata da Articolo21 (e tanti altri) con un appello sottoscritto da oltre 15mila cittadini, non si ferma la protesta della Fnsi contro ‘una legge liberticida’. Presenti, oltre a giornalisti e politici, anche rappresentanti delle associazioni, come Articolo21 e Move On, che esponevano cartelli con la scritta: “Introduciamo il reato della censura. Non ci tapperete la bocca”. (foto di Salvatore Contino)

Il segretario della Fnsi, Franco Siddi, in piazza al Pantheon ha parlato di ‘una legge grave come non si era mai visto’, sottolineando che ‘e’ grave che venga dal parlamento, perche’ in genere e’ il governo a fare questo tipo di operazioni’. Ricordando che poche volte e’ stato comminato in passato il carcere per i giornalisti, Siddi ha aggiunto: ‘A questo punto e’ meglio lasciare le cose cosi’ come sono’. Per il presidente dell’Unci, Guido Columba, ‘i politici sono riusciti a consumare la vendetta contro i giornalisti che cercavano dal ’92’. Per il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, ‘bisogna evitare di commettere l’errore di trasmettere ai cittadini che reclamiamo leggi che ci garantiscano l’impunita’. La previsione di norme cosi’ devastanti – ha aggiunto – privera’ i cittadini dell’informazione fornita da migliaia di giovani che non hanno la retribuzione di Sallusti’.

Presenti diversi parlamentari.
Il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti ha sottolineato che il testo finale e’ lontanissimo dalle necessita’ sia per quanto riguarda la tutela del diritto di cronaca che sulla tutela dei diffamati. E continua a mancare qualsiasi riferimento al ‘giuri’ per la lealta’ dell’informazione’ e all’effettivo uso dell’istituto della rettifica e non sono state minimamente recepite le proposte delle associazioni del giornalisti in merito alle cosiddette querele temerarie che vengono utilizzate come sistematico strumento di minaccia e di repressione nei confronti di centinaia di cronisti”.
Anna Finocchiaro del Pd ha sostenuto dal palco che ‘il testo va corretto in diversi punti, a partire dalle multe troppo alte’ e annunciato la presentazione di emendamenti di gruppo oggi in Senato”. Sulla stessa linea il collega Vincenzo Vita, che ha sottolineato in particolare “l’assurdita’ delle regole per la rete”.


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