Il sottosegretario Andrea Martella, nell’intervista concessa a graziella di Mambro e pubblicata sul sito di Articolo 21, ha lanciato un appello a realizzare una grande alleanza per contrastare esecutori e mandanti della campagna di falsificazione che ha l’obiettivo di alimentare la paura, favorire il discredito delle istituzioni e del giornalismo professionale, colpire alle spalle chi è impegnato nel difficile compito di fermare la diffusione di un virus subdolo e mortale.
Rispondiamo “sì” a questa proposta, anche perché gli inquinatori si appellano persino all’articolo 21 della Costituzione, si nascondono dietro il diritto di critica e la libera circolazione delle opinioni. Sarà appena il caso di ricordare che la Costituzione non tutela questi delinquenti che hanno l’obiettivo di calpestare la verità e la dignità delle persone.
Da qui la nostra proposta, rivolta n primo luogo alla Rai , in quanto servizio pubblico,ma non solo alla Rai, di istituire un gruppo di lavoro capace di individuare, contrastare, segnalare non solo le singole bugie, ma anche di risalire alle centrali che le costruiscono e le distribuiscono.
Il gruppo dovrebbe comprendere rappresentati delle istituzioni dalla polizia ai carabinieri, dall’istituto superiore di sanità al ministero della salute, dall’autorità di garanzia delle comunicazioni alle giornaliste e ai giornalisti che, da anni, si dedicano alla caccia ai falsi e ai falsari.
Naturalmente andrebbero anche inasprite le pene, possibilmente raddoppiate,quando il colpevole é un rappresentate delle istituzioni o della politica.
Chi , consapevolmente, promuove e sostiene le campagne di inquinamento deve essere considerato un traditore della Repubblica un nemico della salute pubblica, anzi della dignità di ciascuna persona.
Tra i complici di costoro vanno inseriti anche i cosiddetti “opinionisti a tariffa”, quelli che molto urlano, perché nulla sanno.
Naturalmente anche il governo dovrebbe avere una comunicazione più lineare, meno confusa e talvolta contraddittoria, rispettosa delle domande di una libera informazione che, proprio perché siamo nel pieno di un’emergenza grave, non può e non deve subire limitazioni all’esercizio del diritto di cronaca.
Nelle scorse settimane credenti e non credenti hanno firmato la carta “parole non pietre” che si apre così “Non scriviamo degli altri, quello che non vorremmo fosse scritto di noi…”
Mai come in questo caso sarà il caso di ricordarsene e di stare, sempre e comunque, dalla parte delle vittime.