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Fnsi in videoconferenza con Martella: «L’informazione non si ferma, tutelare i più deboli»

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L’impegno dei giornalisti continua, pur fra difficoltà sempre più diffuse. «È necessario che le aziende si attrezzino per tutelare la salute sia dei colleghi che lavorano nelle redazioni sia di quelli, collaboratori, autonomi e precari compresi, che continuano a seguire l’emergenza sul campo», ha evidenziato il segretario Lorusso, auspicando che gli operatori dei media siano inseriti fra le categorie a rischio. Il sostegno e la solidarietà del sindacato a quanti «hanno sopperito con grande abnegazione alla chiusura delle redazioni».

«L’informazione non si ferma. L’impegno dei giornalisti italiani continua, pur fra difficoltà sempre più diffuse e visibili. È però opportuno che anche le aziende facciano la loro parte, mettendo i giornalisti nelle condizioni di lavorare in condizioni di sicurezza». Lo ha detto il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, in una videoconferenza, questa mattina (sabato 14 marzo), fra i vertici del sindacato dei giornalisti e il sottosegretario con delega all’Editoria, Andrea Martella.

«I giornalisti italiani stanno dando dimostrazione di grande professionalità e senso del dovere – ha sottolineato Lorusso -. Anche in situazioni di grande precarietà, come la chiusura di alcune redazioni per il verificarsi di alcuni casi di positività al Covid-19, non è mai venuto meno il flusso di informazioni corrette per i cittadini. A tutti i colleghi che, dal Piemonte al Veneto alla Puglia, hanno sopperito con grande abnegazione alla chiusura delle redazioni, vanno il sostegno e la solidarietà della Fnsi. Il protocollo per la sicurezza riguarda anche tutti i lavoratori dell’informazione. Per questo è necessario che tutte le aziende si attrezzino per tutelare la salute sia dei giornalisti che lavorano nelle redazioni sia di quelli, collaboratori, autonomi e precari compresi, che continuano a seguire l’emergenza sul campo. Il confronto con i comitati di redazione, che in alcune realtà non c’è mai stato, deve essere costante e nessuna azienda può sottrarsi: ne va della salute di chi lavora e della qualità dell’informazione. Da questo punto di vista, sarebbe auspicabile che i giornalisti e gli operatori dell’informazione fossero inseriti fra le categorie a rischio, individuando strutture sanitarie ad hoc dove effettuare eventuali controlli medici».

Il segretario generale della Fnsi è tornato a sollecitare la necessità di mettere in campo misure di tutela, soprattutto reddituale, per i giornalisti autonomi e precari. «Anche su questo aspetto – ha sottolineato – l’auspicio è che il governo possa sostenere, nella stessa misura delle altre categorie di professionisti lavoratori autonomi, anche i giornalisti non contrattualizzati. È una richiesta che la Fnsi ha avanzato già nelle primissime ore dell’emergenza. In questa situazione è chiaro che i giornalisti meno tutelati sono i più esposti. Dal loro impegno in questa fase si dovrà partire, conclusa l’emergenza, per riprendere il confronto sul contrasto al lavoro precario e la valorizzazione della dignità del lavoro e delle persone, troppo spesso calpestati da politiche aziendali all’insegna dei tagli. La sensibilità a questi temi più volte dimostrata dal sottosegretario Martella lascia ben sperare».


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