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Milleproroghe e disabilità, l’emendamento che penalizza le carrozzine elettriche

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Legambiente preoccupata per l’emendamento proposto dal Ministero dei Trasporti che “rischia di ostacolare la micromobilità e lo sharing”, invece di “promuovere una vera innovazione nell’utilizzo delle strade urbane da aprire a mezzi non inquinanti. Assurdo prevedere multe pesantissime per monopattini e carrozzine elettriche”

ROMA – All’interno del Decreto Milleproroghe è in arrivo un emendamento proposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, secondo Legambiente, “rischia di ostacolare la micromobilità e lo sharing”. La proposta di emendamento prevede lo stop all’equiparazione dei monopattini alle biciclette per la circolazione su strada, introdotta un mese fa con la legge di bilancio. Un passo indietro che Legambiente considera “inspiegabile” e che, se messo in atto, porterebbe di nuovo ad una sperimentazione a tempo e con forti limiti per la micromobilità elettrica, in ogni forma, e con salate multe nel caso di violazione delle regole. L’associazione definisce “assurdo creare ostacoli per la micromobilità a zero emissioni”, a partire dall’utilizzo dei monopattini. Secondo l’associazione ambientalista “l’errore di fondo sta nell’affrontare la micromobilità come se fosse un problema. Per cui invece di risolvere le questioni aperte sulle regole di circolazione, si è scelto un approccio punitivo e senza alcun confronto con altri soggetti e interlocutori al di fuori dal Ministero”.

Queste le parole del vicepresidente nazionale di Legambiente Edoardo Zanchini: “Il Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli dice di non essere contraria ai monopattini e alla micromobilità elettrica, ma la bozza di emendamento dimostra ben altro limitando, di nuovo, questi mezzi che non inquinano e circolano in tutte le città europee senza problemi. In particolare le due limitazioni inserite, ossia l’obbligo di casco e l’utilizzo di sera di giubbotto o bretelle retroriflettenti, non sono previste in nessuna città europea. Questa seconda decisione appare incomprensibile dato che questi mezzi hanno l’obbligo di avere fari anteriori e posteriori. Anche l’Anci si è detta contraria, anche perché la conseguenza di questi obblighi è che si bloccherebbe di fatto qualsiasi possibilità di un utilizzo in sharing, perché diventa impossibile fornire i fruitori di casco e giubbotto visto che i monopattini non dispongono di un bauletto. Non solo: temiamo che in futuro simili obblighi vengano estesi a tutti i velocipedi. Un brutto precedente, anche per le bici”.

Per l’associazione ambientalista ancora più assurdo è l’approccio che definisce “punitivo” con “sequestri, distruzione dei mezzi e multe che non hanno paragoni con le auto”. Se ad esempio un SUV a Roma attraversa l’area pedonale di piazza di Spagna – argomenta Zanchini – rischia una multa fino a 300 euro, mentre se un mezzo di micromobilità elettrica viola le norme di circolazione rischia il sequestro, la distruzione del mezzo e fino a 800 euro di multa.

Ancora di “approccio punitivo” Legambiente parla a proposito di quello previsto nei confronti delle carrozzine elettriche, su cui è in corso una rilevante evoluzione e che rientrerebbero – se superano la velocità di 6 km/h – nella definizione di “veicoli atipici”. Per una persona disabile che circola con una carrozzina elettrica su strada –  per altro sono spesso obbligati a farlo perché è impossibile passare sui marciapiedi – la sanzione passerebbe da 92 euro massimo a 800 con sequestro e distruzione della carrozzina. Si tratta di almeno 10 mila mezzi di questa natura, talvolta prescritti e assegnati dalle stesse ASL in diverse regioni. Legambiente ricorda, inoltre, che le restrizioni riguarderanno anche decine di migliaia di altri mezzi di micromobilità come segway, hoverboard e monoruota, che saranno vietati ovunque, salvo che nei comuni dove si deciderà di fare la costosissima sperimentazione con apposita segnaletica specifica in ogni strada e per ognuno di questi mezzi.

“Il Governo – conclude Zanchini – avrebbe dovuto seguire un altro percorso, aprendo il confronto sul disegno di legge di revisione del Codice della Strada, attualmente in Parlamento, e con l’idea di trovare regole capaci di promuovere una vera innovazione nell’utilizzo delle strade urbane da aprire a mezzi non inquinanti. Vogliamo ricordare al Ministro delle infrastrutture De Micheli che le strade non sono delle automobili e che occorre lavorare per ridurre la velocità nelle aree urbane e al contempo non ostacolare le diverse forme di mobilità elettrica e sostenibile”.

Da redattoresociale

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