La Pandemia del Coronavirus cinese ha infettato e messo in ginocchio anche il mondo dell’informazione. Con la diffusione dei dati da parte di una riluttante Cina, che comunque pressata dall’OMS e da altre organizzazioni mondiali è corsa ai ripari, i media hanno dato il peggio di loro stessi in disinformazione, allarmismo e a volte in un vero e proprio razzismo anticinese. Si è ancor più evidenziata una forte carenza di conoscenze scientifiche e storiche da parte dei giornalisti, probabilmente aiutati in questa opera di “disinformazione” anche dall’insipienza del mondo politico.
Intanto è utile ripercorrere alcune vicende analoghe, fornire degli elementi statistici e soffermarsi sulle emergenze sanitarie del nostro paese.
Dopo il periodo delle pestilenze, nell’era moderna, quando le scoperte scientifiche ed epidemiologiche cominciavano a dare dei frutti, la pandemia che fu più studiata fu la Spagnola apparsa a ridosso della Grande Guerra: in due anni, 1918/’19 morirono dai 50 ai 100 milioni di persone, molti di più che nelle 2 guerre mondiali messe insieme.
Tra il 1957 e il ’59 vi fu l’Asiatica, proveniente dalla Cina, che ne uccise tra i 2 i 4 milioni. Nel 1968/’69 La Hong Kong, sempre cinese, ne uccise quasi 2 milioni. Da allora ad oggi altri focolai “pandemici”, come l’Aviaria e la Suina, hanno ucciso nel mondo circa 500 mila persone, soprattutto nei paesi più poveri e con scarsi sistemi igienici e sanitari. Questa diminuzione la si deve essenzialmente alle scoperte della genetica e all’introduzione degli antibiotici e delle vaccinazioni su larga scala.
Normalmente nel mondo durante le epidemie stagionali si riscontrano tra i 3 e i 5 milioni di infettati gravi con circa 500 mila morti. Gli statistici sostengono che le Pandemie vengono con un intervallo tra i 10 e i 20 anni. Il costo per fronteggiare sia le epidemie che le pandemie si aggirerebbe su diverse centinaia di miliardi di dollari l’anno. Quando poi non si sovrappongono delle vere e proprie speculazioni industriali e finanziarie a favore dei cosiddetti Big Pharma. Come per l’Aviaria e la Suina, per le quali furono stanziate somme fantasmagoriche, specie dagli Usa e dall’UE, dimostratesi per lo più inutili e corruttive, visto che le due influenze sono rimaste allo stato endemico “silenti”.
Questo Coronavirus si starebbe mostrando meno pandemico e statisticamente ne sta uccidendo pochi; mentre si assiste a guarigioni più veloci. Finora a Wuhan, città di origine, ci sono stati 259 decessi a fronte di 12 mila infettati. In tutta la Cina su circa 1 miliardo e 400 milioni di abitanti vi sono per ora 120 mila persone sotto osservazione e 20 mila casi sospetti.
Una delle cause dell’attecchimento di questi virus influenzali, soprattutto in Occidente, stando alle statistiche e agli esperti Oms e Istituto Superiore sanità, sta anche nel fatto che dal 1995, in seguito a strampalate campagne mediatiche contro i vaccini, i “pazienti a rischio” come bambini, anziani e malati con cardiopatie e asmatici, si vaccinano sempre di meno. Purtroppo, la maggioranza dei media, dominati ormai da ignoranti, populisti, demagoghi, non studiano nè le statistiche epidemiologiche nè la storia e strumentalizzano questa pandemia per mettere in angolo la più potente economia del globo.
Semmai i problemi endemici in Cina risiedono anche in altre cause, come l’inurbamento rapido dalle campagne e la grande speculazione edilizia che hanno creato una moltitudine di Megalopoli: Wuhan conta circa 14 milioni di abitanti, è tra le più inquinate della Cina, con moltissime fabbriche e intensi commerci sul Fiume Giallo.
Il rapporto infetti e deceduti è ancora nella norma statistica, trattandosi di una forma virale che trova il suo habitat anche nella scarsa igiene sanitaria e ambientale, in consuetudini alimentari assurde e pericolose, come il mangiare carni di cani, gatti, pipistrelli e rettili.
I media dovrebbero perciò indagare su questi temi, anzichè generare paure irrazionali, che per ora stanno arricchendo i fabbricanti di inutili mascherine e altri rimedi naturistici o antinfluenzali a largo spettro.
Se poi volgiamo lo sguardo all’Italia, allora sarebbe più opportuno addentrarsi nelle emergenze sanitarie croniche, per capire che il nostro è un paese molto a rischio per la salute di 60 milioni di abitanti.
In Italia muoiono in media ogni anno, secondo i dati Istat rapportati al 2017, almeno 600 influenzati e 13 mila affetti da polmoniti. La vera emergenza sono le morti per malattie del sistema cardio-circolatorio e ischemico-cerebrali, con 230 mila morti l’anno. Ma il dramma sanitario dai risvolti sociali devastanti sono i 30 mila decessi per Alzheimer, Parkinson e Demenza senile su oltre 1 milione e 200 mila malati. Una strage!
Ci sono nel mondo 47 milioni di persone colpite da questa patologia: cifra destinata a salire secondo proiezioni statistiche a 131 milioni entro il 2050. L’aumento di malattie croniche come la demenza è determinato soprattutto dall’aumento dell’aspettativa di vita, che sta determinando una rapida crescita numerica della popolazione anziana. Su scala mondiale si registrano quasi 10 milioni di nuovi casi all’anno di Alzheimer.
Un milione e 200 mila malati cronici solo in Italia, che creano situazioni drammatiche nelle famiglie e li portano a sicura morte dopo anni strazianti di cure palliative e costose. Ma così i Big Pharma incamerano enormi profitti. E le ricerche scientifiche ristagnano. Le famiglie, che già vivono in estrema difficoltà, quando devono sostenere da sole spese e tempi di impegno personale per assistere questi malati per anni, non sono aiutati dallo stato, che pure viene finanziato con le tasse nazionali e le addizionali locali-regionali sulla sanità piuttosto esose.
Certo qualche “presidio” in comodato d’uso, come le carrozzelle, i letti tipo ospedalieri e un po’ di pannoloni vengono dispensati. Se si ha un reddito bassissimo, si può usufruire di un contributo per la badante, che deve essere però messa in regola con l’INPS: quindi altri contributi da sborsare. Quasi tutte le visite mediche sono domiciliari, da pagare extra, con il rimborso del 19%, che però arriva l’anno dopo. E i periodici esami diagnostici? O paghi oppure vengono prenotati in strutture pubbliche, ma a 6/9 mesi. Su questi 1,2 milioni di malati orbitano almeno 3 /4 familiari, ovvero almeno 4 milioni di persone che fanno ulteriori sacrifici oltre a raggiungere economicamente la fine del mese.
Qual è dunque la vera emergenza? Perché dobbiamo essere bombardati da notizie allarmanti e spesso devianti sull’influenza virale cinese, invece di illuminare una realtà drammatica sanitaria e sociale, che si acuisce anno dopo anno? Quali sono gli interessi che si celano dietro a questa disinformazione?