“Si nota all’imbrunire. Solitudine da paese spopolato”, in scena con successo al Quirino, è un testo teatrale della drammaturga e regista Lucia Calamaro, la cui sua ispirazione spiega così: <<Trova le sue radici in una piaga, una maledizione, una patologia specifica del nostro tempo che io, personalmente, ho conosciuto anche troppo. La socio-psicologia le ha dato un nome: “SOLITUDINE SOCIALE”. A mettere in luce i rischi di questa situazione sono stati due studi presentati al 125° incontro annuale dell’American Psychological Association (APA). Essere isolati dalla società è un male oscuro e insidioso. Tutti noi infatti, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno del contatto con gli altri, un bisogno che ci permette di sopravvivere. La preoccupazione insorge ancora di più se si pensa che questo tipo di “solitudine estrema” si sta espandendo e continuerà a crescere nei prossimi anni tanto che La Francia ha creato “la giornata della Solitudine” e l’Inghilterra ha istituito, addirittura, un ministero della solitudine. Secondo gli esperti potremmo trovarci alle prese, e non solo nei paesi più ricchi, con un’epidemia di solitudine. Diffusa oramai anche tra i giovani>>.
“Si nota all’imbrunire” racconta di Silvio (un bravissimo Silvio Orlando), anziano padre di famiglia che da tre anni vive solo, in un villaggio spopolato. Nell’assenza di relazioni Silvio si lascia andare, non vuole più camminare ma passare seduto quello che gli resta della vita. Metafora dello stato mentale di un uomo che non è pienamente dentro la realtà. Per la messa dei dieci anni dalla morte della moglie di Silvio, i figli Alice, Vincenzo, Maria e suo fratello maggiore Roberto, sono venuti a trovarlo la sera prima. I figli finora non si erano preoccupati troppo di lui, ma adesso devono decidere come smuoverlo e convincerlo a tornare a casa. L’incontro con loro disturba il silenzio di Silvio, nascono frizioni tra lui e i suoi familiari, emergono empatie ma anche distanze e vecchie rese di conti. Il finale, inaspettato, evidenzia come nella solitudine la vita possa essere come scegliamo … ma solo immaginandola.
“Si nota all’imbrunire. Solitudine da paese spopolato” poggia su un tema drammatico che, grazie alla straordinaria capacità interpretativa di Silvio Orlando e alla scrittura lieve e arguta di Lucia Calamaro, suscita anche grandi sentite risate. E’ un’ opera tragicomica che parla di una delle nostre paure più profonde. Nello stesso tempo, attraverso lo strepito dei familiari ripiombati nell’esistenza di Silvio,viene a galla la fatica del vivere gomito a gomito: il protagonista sciorina schiettamente verità che molto spesso si tengono nascoste, facendo emergere profondità quotidiane e inconsce che lo spettatore riconosce come universali. Figli e fratello tentano un passaggio verso il cuore di Silvio, incapace di vivere insieme e di accettarli. Ma anche i familiari hanno i problemi loro: una figlia cerca l’affermazione nel lavoro, un’altra vuole diventare poetessa immortale, un figlio spera di arricchirsi attraverso le speculazioni finanziarie, il fratello ambisce a riconoscimenti professionali. Eppure quando già crediamo che il disinteresse del protagonista sia la sua unica vera condanna o se non altro una fuga difensiva, scopriamo all’improvviso realtà insondate.
Teatro Quirino di Roma
Fino al 2 febbraio
Cardellino S.r.l.
in collaborazione con Napoli Teatro Festival 18
SILVIO ORLANDO
SI NOTA ALL’IMBRUNIRE
(Solitudine da paese spopolato)
Di Lucia Calamaro
con
(in ordine alfabetico)
VINCENZO NEMOLATO ROBERTO NOBILE ALICE REDINI
MARIA LAURA RONDANINI
scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale
luci Umile Vainieri
regia LUCIA CALAMARO
personaggi e interpreti
Silvio Silvio Orlando
Vincenzo il figlio Vincenzo Nemolato
Roberto il fratello Roberto Nobile
Alice una figlia Alice Redini
Maria una figlia Maria Laura Rondanini
Lo spettacolo ha una durata di due ore più intervallo