Guido Rossa, di cui oggi ricorrono 41 anni dall’assassinio, è stato ed è un vero eroe moderno. Anzi. Si rischia di dimenticarlo. Rilanciamo insieme la sua memoria. Come è tragicamente noto, il gruppo genovese delle Brigate Rosse sparo’ quattro colpi alle gambe e uno mortale ad un operaio e sindacalista dell’Italsider che aveva denunciato l’attività di propaganda delle Br in fabbrica. Una vendetta, contro chi con coraggio aveva denunciato azioni illegali ed eversive. Tuttavia, quell’atto delittuoso e vigliacco segnò l’avvio della parabola discendente del terrorismo italiano. Perché la reazione delle organizzazioni sindacali, con un enorme sostegno del movimento operaio, fu pronta e decisa. Il sacrificio di Guido Rossa fu così uno spartiacque. È innegabile che sul finire degli anni settanta, dopo il rapimento e la morte di Aldo Moro, la lotta armata era stata, infatti, accompagnata da una nascosta ma diffusa simpatia. Non si trattava di un’adesione piena, certo. Eppure un certo clima di opinione si era radicato. Erano in tanti a non schierarsi, attratti forse dal brutto slogan “Ne’ con la Stato ne’ con le Br”. L’assassinio di in operaio sveglio’ le coscienze e le Br persero qualsiasi capacità di coinvolgimento e di egemonia. Il terrorismo andò avanti ancora per diversi anni, purtroppo. Privo, però, di capacità espansive, degradandosi ad una mera organizzazione criminale. Un insegnamento indelebile ci ha lasciato una persona splendida che rimpiangiamo: guai ad abbassare la guardia. Oggi i nemici sono il ritorno delle simpatie fasciste, del razzismo, dell’odio e dell’intolleranza. Il terrorismo, in altri abiti, non è finito. Tradiremmo il ricordo di Guido Rossa se non ci mobilitassimo con tenacia e costanza. Gli eroi non muoiono mai. Vincenzo Vita
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