Nei giorni scorsi, ma la notizia è stata divulgata solo venerdì, l’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni ha richiamato Rai, Mediaset, La7 e Sky per la mancanza di “par condicio” nello scorso dicembre. Dove Salvini si colloca di gran lunga al primo posto nelle presenze televisive, mentre Partito democratico e 5Stelle sono nettamente sottostimati. Per non dire di Liberi e uguali o dei radicali. L’Agcom rivendica di essere già intervenuta lo scorso 30 dicembre sui tre mesi precedenti, altrettanto clamorosi nella violazione del pluralismo. Insomma, meno di un cartellino giallo, visti gli esiti. Tuttavia, nell’ultima decisione c’è un’aporia non rilevata nei commenti. La scelta si limita a evocare “equilibrio” da qui a fine febbraio, quando l’attuale compagine dell’Autorita’ sarà stata sostituita. Non si ricorre stranamente al termine in genere usato, vale a dire “riequilibrio”. Quest’ultima parola evoca un elemento coercitivo: le percentuali delle presenze devono mutare fino a raggiungere la “par condicio”. I numeri non sono un’opinione.
A proposito di Agcom (e di Garante dei dati personali), l’elezione dei componenti è in calendario il prossimo 18 febbraio. Girano nomi preoccupanti. Ma speriamo che siano fake news.