Ci sono questioni non rinviabili. La questione giornalistica è certamente una di queste. E non lo diciamo perché proprio qui, sulle nostre colonne, si discute per la maggior parte del tempo proprio di giornalisti e giornalismo. Lo diciamo per provare a rifondare del tutto, il nostro lavoro futuro sul giornalismo, e speriamo anche il lavoro di molti altri sul tema; in particolare il lavoro di coloro che si occupano di libertà e diritti, in quest’epoca purtroppo buia, del nostro tempo attuale. Rifondare il lavoro giornalistico, significa molte cose. Nel nostro tempo, molte di più di quelle necessarie in epoche neanche troppo distanti dall’attuale, e che però oggi ci sembrano davvero remote. Molte delle cose necessarie per rifondare il giornalismo le discutiamo con regolarità da queste parti. Molti spunti per cambiare l’orientamento, li proviamo a diffondere da anni, attraverso i contributi qui riportati. Quest’oggi e in questo post che inaugura un nuovo anno di lavoro e di studio, vorremmo aggiungere altra linfa a queste narrazioni, prendendo a prestito uno scritto di uno dei nostri fondatori e mentori: Raffaele Fiengo. Il grande giornalista e scrittore che ha proposto e ottenuto, assieme a Pino Rea nel lontano 2004, dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, di poter creare il nostro piccolo centro studi sul giornalismo che si chiama Lsdi; ci ha inviato una sua riflessione, sul giornalismo del presente, che ha presentato alcune settimane fa durante un’audizione presso la Fondazione Paolo Murialdi. Ve la vorremmo proporre integralmente, intervallandola con alcune notizie aggiuntive, che proveremo a prendere dalla quotidianità, per cercare di aggiungere informazioni e aggiornamenti sullo “stato dell’arte” del nostro comparto, così ben raccontato dal professor Fiengo nel suo scritto. Buona lettura e grazie dell’attenzione. E per introdurre il pensiero del nostro mentore, prendiamo in prestito le parole di un altro giornalista, Alberto Ferrigolo, intervenuto anch’egli all’audizione della Fondazione Murialdi, e che sintetizzano in modo preciso e in poche chiare battute, alcuni dei numeri dello stato di crisi in cui versa il giornalismo italiano e più in generale l’editoria d’informazione ( non vogliamo fare un’analisi di questi numeri, che certamente potremmo trovare molto più precisi e aggiornati nei resoconti degli esperti di marketing editoriale, li prendiamo solo come suggestione, un’istantanea del presente) :
La realtà della carta stampata ad oggi, assomma a 5 milioni di copie in meno vendute complessivamente al giorno nell’arco degli ultimi 27 anni a partire dal 1992, anno di massima espansione delle vendite con 6 milioni e ottocentomila copie… Continua su lsdi