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Presentata la riforma del mercato del lavoro

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Presentata oggi in conferenza stampa la bozza definitiva per la rifora del mercato del alavoro. Il presidente Monti ha parlato di “svolta storica” e di come questa riforma contribuirà a creare “crescita e maggiore occupazione”.
Riforma verso prova Parlamento, ecco misure ( fonte Ansa)
Stretta sulla flessibilità in entrata, riforma degli ammortizzatori e modifiche per l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: il testo della riforma del mercato del lavoro dovrebbe approdare a giorni in Parlamento senza modifiche sostanziali nell’articolato rispetto a quanto approvato il 23 marzo dal Consiglio dei ministri. Oggi il ministro del Lavoro, Elsa Fornero ha detto che il testo è “praticamente pronto” ma che se ne dovrà parlare con il premier Mario Monti. Il tema più spinoso resta quello della modifica all’articolo 18 con la richiesta del Pd di mantenere la possibilità del reintegro nel caso di licenziamenti economici. “Per ora – ha detto il leader del Pd Pierluigi Bersani confermando la blindatura del testo da parte del Governo almeno fino ad ora – non c’é nessuna concreta novità sulla riforma del lavoro e in particolare sulla modifica dell’art.18”.

Ecco in sintesi le misure previste dalla riforma:

– CONTRATTI: Si punta sull’apprendistato e sul suo valore formativo. Si collega l’assunzione di nuovi apprendisti alla stabilizzazione avvenuta in precedenza e si alza il rapporto tra apprendisti e lavoratori qualificati (da 1 a 1 a 3 a 2). Stretta sui contratti a termine con la previsione di un intervallo di 60 giorni tra un contratto e l’altro (ora sono 10) per un contratto inferiore a 6 mesi e di 90 giorni per una durata superiore.

– STRETTA PARTITE IVA: Stretta sulle partite Iva e sulle associazioni in partecipazione permesse solo in caso di associazione tra familiari entro il primo grado (genitori o figli) e il coniuge.

– STANGATA CO.CO.PRO: Definizione più stringente del progetto con la limitazione a mansioni non solo esecutive o ripetitive. Sono vietate le clausole che consentono il recesso prima della fine del progetto. Se manca un progetto specifico il contratto si considera di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Per i collaboratori è previsto l’aumento dell’aliquota contributiva di un punto l’anno fino a raggiungere nel 2018 il 33% prevista per il lavoro dipendente (fino al 24% per chi è iscritto a gestione separata e ad altre gestioni o pensionati).

– ART. 18: Ci saranno tre regimi sanzionatori per il licenziamento individuale illegittimo: la reintegrazione nel posto di lavoro sarà disposta dal giudice solo nel caso di licenziamento discriminatorio e in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare. Nel caso di licenziamento per motivi economici ritenuto illegittimo dal giudice il datore di lavoro potrà essere condannato solo al pagamento di un’indennità. L’indennizzo che dovesse essere deciso a fronte di un licenziamento illegittimo per motivi disciplinari o per motivi economici potrà variare tra le 15 e le 27 mensilità. Sarà sempre obbligatorio indicare i motivi del licenziamento. Se il licenziamento economico è strumentale e il lavoratore riesce a provare che è invece di natura disciplinare o discriminatoria il giudice applica le relative tutele (si discute la possibilità che il giudice autonomamente possa decidere la reintegrazione qualora consideri il licenziamento discriminatorio senza che l’onere della prova ricada sul lavoratore). E’ prevista l’introduzione di un rito procedurale veloce per le controversie in materia di licenziamento.

– ASPI: la nuova assicurazione sociale per l’impiego è destinata a sostituire a regime, nel 2017, l’indennità di mobilità e le varie indennità di disoccupazione. Ne potranno usufruire oltre i lavoratori dipendenti anche gli apprendisti e gli artisti purché possano contare su 2 anni di anzianità assicurativa e 52 settimane di lavoro nell’ultimo biennio. Sarà pari al 75% della retribuzione fino a 1.150 euro e al 25% oltre questa soglia per un tetto massimo di 1.119 euro lordi al mese. E’ prevista una fase transitoria per il passaggio del periodo dagli 8 mesi attuali (12 per gli over 50) ai 12 dell’Aspi (18 per gli over 55). La contribuzione è estesa a tutti i lavoratori che rientrino nell’ambito di applicazione dell’indennità. L’aliquota è pari a quella attuale per i lavoratori a tempo indeterminato (1,31%) ma sarà gravata di un ulteriore 1,4% per i lavoratori a termine (da restituire in caso di stabilizzazione del contratto). Andrà a regime nel 2013.

– CONTRIBUTO LICENZIAMENTO: Il datore di lavoro all’atto del licenziamento dovrà versare all’Inps mezza mensilità ogni 12 mensilità di anzianità aziendale negli ultimi tre anni (in vigore dal 2013). – CIGS: La necessità di eliminare a decorrere dal 2014 i casi in cui la cassa integrazione straordinaria copre esigenze non connesse alla conservazione del posto di lavoro porta all’eliminazione della causale per cessazione di attività. La Cigs viene estesa a regime per le imprese del commercio tra i 50 e i 200 dipendenti, le agenzie di viaggio sopra i 50 e le imprese di vigilanza sopra i 15.

– FONDO SOLIDARIETA’ PER SETTORI NON COPERTI DA CASSA INTEGRAZIONE: per le aziende non coperte dalla cig straordinaria arriva un fondo di solidarietà. La contribuzione dovrà essere a carico del datore di lavoro (2/3) e del lavoratore (1/3) e ci sarà l’obbligo di bilancio in pareggio.

– TUTELA LAVORATORI ANZIANI:Sono possibili accordi per esodi di lavoratori anziani (che raggiungano la pensione nei quattro anni successivi al licenziamento) e la loro tutela con un indennità in attesa dell’accesso alla pensione “con costi a carico dei datori di lavoro”.

– EQUITA’ DI GENERE: Norme di contrasto alle dimissioni in bianco e il rafforzamento fino a tre anni di età del bambino del regime di convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri (al momento è un anno).

– CONGEDO OBBLIGATORIO PER I PAPA’: Viene introdotto il congedo di paternità obbligatorio (tre giorni) e si approva il regolamento che disciplina le quote rosa nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni.


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