Il 23 novembre del 2009 oltre 100 uomini armati assaltarono un corteo elettorale nella provincia di Maguindanao, nel sud delle Filippine. I partecipanti si stavano recando a depositare la candidatura alle elezioni nazionali del 2010 di Esmael Mangudadatu. Ma quello era il territorio del potente clan Ampatuan, che esercitava il controllo politico della regione in modo militare.
Nel massacro furono uccise 58 persone, tra cui 32 giornalisti.
Dieci anni dopo, il 19 dicembre 2019, è arrivata la sentenza: 28 ergastoli – automaticamente commutati in 40 anni – e altre 15 condanne a pene minori; 55 assolti, per lo più poliziotti, per assenza di prove. Ulteriori 80 presunti partecipanti al massacro sono ancora alla larga.