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Malta sotto shock, Muscat sempre più in bilico

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La vita di una persona non ha prezzo, ma quella di Daphne Caruana Galizia ne ha avuto uno: 150 mila euro. È quanto l’imprenditore Yorgen Fenech avrebbe consegnato all’intermediario, il tassista Melvin Theuma, da distribuire ai tre killer della giornalista d’inchiesta maltese. Malta è sotto shock per un’inchiesta giudiziaria sempre più complessa, nel giorno in cui il Parlamento Europeo decide di inviare – nuovamente – un’ispezione nell’Isola dei Cavalieri per valutare l’indipendenza della magistratura da interferenze politiche.
“La situazione a Malta ha conseguenze sull’intero progetto europeo”, ha detto il leader del Ppe Manfred Weber, aggiungendo che “chiari legami politici devono avere chiare conseguenze politiche”.
E mentre l’Europa non ci sta a coprire gli scandali che stanno divorando la credibilità di un Governo che rappresenta una delle stelle nella sua bandiera, la notte è sempre più buia per l’intera classe politica maltese. Il lancio di uova dei manifestanti nei giorni scorsi all’indirizzo del Premier Joseph Muscat, assomiglia molto alla scena delle monetine lanciate a Bettino Craxi, in una estrema similitudine con la “mani pulite” italiana.
Se non bastasse la morte di una giornalista, emergono lampanti le collusioni – e la corruzione della politica – che la stessa Caruana Galizia denunciava, indicando senza sconti laburisti e nazionalisti.
Riavvolgendo il nastro, infatti, troviamo i tre esecutori materiali Vincent Muscat e i fratelli Alfred e George De Giorgio, in carcere da dicembre 2017, con una sfilza di precedenti penali. Fino ad una manciata di giorni fa avevamo solo i loro nomi e tanti dubbi. Il 14 novembre cambia tutto: finisce agli arresti per riciclaggio il tassista-usuraio Melvin Theuma, in un’operazione condotta dalla polizia maltese con l’Europol.
Ma il nome di Theuma, in verità, è finito nelle indagini della polizia dopo la confessione di uno dei killer della Caruana Galizia, Vincent Muscat. Theuma non vuole farsi il carcere a vita, così agli inquirenti dice: “So chi è il mandante della bomba che ha ucciso Daphne Caruana”. Ma in cambio vuole la grazia. Ecco che, per la prima volta, entra sulla scena il premier Joseph Muscat. Grazia concessa in cambio delle prove in Tribunale. Trascorrono solo una manciata di ore quando, intorno all’alba del 20 novembre, le forze di polizia maltesi bloccano uno yacht che sta cercando di abbandonare la acque territoriali dell’Isola. A bordo c’è Yorgen Fenech, imprenditore, uomo potentissimo a Malta e già indicato proprio negli articoli giornalisti di Daphne, quando faceva riferimento alla cassaforte “17Black”.
È lui, secondo la confessione di Theuma, ad essere il mandante dell’omicidio di Daphne Caruana. Ed è lui, secondo le inchieste di Daphne, il dispensatore delle tangenti al capo di gabinetto Keith Schembri e al ministro Conrad Mizzi. Così il numero di mandanti sale a due. Theuma, intermediario più che mandante, e Fenech. Ma Fenech chiede la grazia, come Theuma per rivelare ciò che sa. E cosa sa? Presto detto: nelle indagini finisce proprio Keith Schembri, capo di gabinetto del primo ministro Muscat, da molti considerato il suo alter ego. Ed il capo del governo, che aveva firmato la grazia a Theuma, si rifiuta di firmare quella di chi accusa il suo braccio destro.
E questa considerazione infiamma le due piazze che si divideranno l’attenzione dei media internazionali domenica: la mattina la prova di forza (e di tenuta) per il partito del premier, i Laburisti, mentre nel pomeriggio scenderà in piazza a La Valletta la società civile senza simboli di partito. Malta è meno divisa, Daphne Caruana Galizia non è più sola.

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