Le sardine fanno bene

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La stragrande maggioranza delle persone – in larga parte fra i 25 e i 45 anni – che compongono il popolo delle sardine sono impegnate in attività di volontariato. Dunque per loro è facile fare rete con gli strumenti digitali e avere una dose di pazienza fuori dal comune, come quella per restare sereni, silenziosi, allegri e fermi per ore in una piazza al freddo e sotto la pioggia. Non sarà facile asservirli a qualcosa, non sarà facile smuoverli da un’idea precisa: in italia c’è il pericolo che salti la democrazia come forma liberale e parlamentare di gestione della cosa pubblica e quindi bisogna opporsi al sovranismo totalitario delle destre, impersonate al massimo livello da Salvini.

Ha ragione Bersani nel dire che c’è tanto di terra emiliana in questo movimento che nasce da quattro amici su facebook, ma il contagio avvenuto in poche ore dimostra che quel pezzo di Emilia ha interpretato un sentire diffuso che del resto già faticosamente veniva fuori da altre manifestazioni contro il razzismo, dai giovani dei venerdi per salvare il clima, dalle “madamine” torinesi.

Le sardine si muovono in banchi, sono piccole e sgusciano dappertutto, la metafora è ottima, funziona. Ora questi giovani e meno giovani a mio parere meravigliosi corrono solo un rischio: possono impazzire anche loro davanti alla lucina rossa di una telecamera che si accende davanti alla loro faccia, possono cominciare ad avere il dubbio del “con chi stiamo”, possono leggere troppi inutili articoli anche di giornalisti professionisti e una moltitudine di pericolosi interventi organizzati scientificamente sui canali più oscuri del web.

Molti di noi aspettavano da anni una reazione e una reazione giovane: quelli della mia età sognavano di “non perdersi di vista” in un luminoso pomeriggio in piazza san giovanni quando i girotondi con lo stesso tipo di tam tam – allora le email, i social non c’erano – riuscirono nell’impresa, un milione di persone, senza una bandiera di partito, senza uno slogan politico. Poi ci siamo persi di vista, eccome. E i partiti hanno capito all’inizio, poi si sono persi di nuovo.

Vorrei che non fosse così per le sardine. E forse non lo sarà, perché loro mi danno l’impressione di essere da un lato più disincantati e dall’altro più lontani da mestieri che prima o poi diventano attigui con il potere, diciamola così, meno intellettuali e più volontari. E’ quello che serve oggi, quello che la sinistra può ancora fare in tempo a capire, ma è un tempo breve, moto breve.


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