«La sentenza della Cassazione riconosce che a Roma la mafia esiste. Ancora una volta, a portare allo scoperto i loschi affari dei clan sono stati coraggiosi giornalisti che hanno pagato cara la loro passione per il diritto-dovere di informare e ad essere informati», rilevano Lorusso e Giulietti.
«La Cassazione ha confermato la condanna a Roberto Spada, riconoscendo l’aggravante del metodo mafioso, per l’aggressione al giornalista della trasmissione ‘Nemo’ Daniele Piervincenzi e all’operatore Edoardo Anselmi avvenuta a Ostia il 7 novembre 2017 durante la realizzazione di un servizio. La sentenza della Suprema Corte riconosce dunque che a Roma la mafia esiste. Ancora una volta, a portare allo scoperto i loschi affari dei clan sono stati coraggiosi giornalisti che hanno pagato cara la loro passione per il diritto-dovere di informare e ad essere informati». Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.
«La Fnsi – aggiungono – accoglie con favore questa sentenza, che va in controtendenza rispetto ai pronunciamenti che in altri processi hanno respinto il riconoscimento dell’aggravante mafiosa. Ora attendiamo da governo e Parlamento norme utili a contrastare il fenomeno delle minacce ai cronisti e, più in generale, delle molestie all’articolo 21 della Costituzione, a cominciare dall’approvazione di una proposta di legge di contrasto alle cosiddette ‘querele bavaglio’. A questo proposito, è già stata convocata per il prossimo 19 novembre una iniziativa nazionale nella sede del sindacato dei giornalisti».
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21