“ 438 Giorni”, film di Jesper Ganslandt, in selezione ufficiale alla festa di Roma, è tratto dal libro omonimo dei due reporter svedesi protagonisti di questa storia vera, Martin Schibbye e Johan Persson, che la sera del 28 giugno 2011 attraversarono il confine tra Somalia ed Etiopia, per indagare sulle ripercussioni che una spietata caccia al petrolio tra faide, costava alla popolazione della regione dell’Ogaden. L’inchiesta mirava a chiarire gli affari nascosti della Lundin Oil, una multinazionale petrolifera svedese e i suoi legami con Carl Bildt, già membro del cda ed ex primo ministro della Svezia. Cinque giorni dopo Schibbye e Persson furono catturati e feriti dall’esercito etiope. Il regime di Addis Abeba, allora governato da Meles Zenawi, decise di trasformare la vicenda dei due in un avvertimento, vero e proprio atto di forza contro la libertà di pensiero e di stampa. Da qui una serie di situazioni assurde e sconvolgenti che li videro condannare a vent’anni di carcere con l’accusa di terrorismo, attraverso un processo dove le prove furono spudoratamente costruite …
Il film segue fino all’esito inaspettato, senza retorica né compiacimenti, i 438 giorni di prigionia dei due cronisti e la loro tenace, dignitosa, resistenza in carcere. Coinvolge grazie anche alla bravura di Gustaf Skarsgård, nei panni di Schibbye, e Matias Varela, in quelli di Persson, ed è diretto con tensione magistrale da Jesper Ganslandt, una delle voci nuove più qualificate della cinematografia scandinava. A proposito della vicenda del suo film, il regista afferma: “Vedo questa storia come un mosaico di punti di vista sulla libertà di parola e di stampa. Sulla realtà dell’essere arrestati per aver indagato sulle persone al potere e sulle aziende che operano sotto l’egida di un regime oppressivo. E ovviamente sui protagonisti della storia (…) Quando sono arrestati con l’accusa di terrorismo, vengono presto a sapere che in Etiopia molte persone sono arrestate per aver parlato contro il governo o solo perché sono giornalisti. Quando i due escono di prigione, sono diventati essi stessi una storia. Questo porta a una certa consapevolezza della situazione dei giornalisti incarcerati nel mondo. È una conseguenza inattesa e notevole della loro indagine fallita sugli affari della Lundin Oil in Ogaden”.
438 dagar Jesper Ganslandt
Interpreti Gustaf Skarsgård, Matias Varela, Faysal Ahmed, Nat Ramabulana, Fredrik Evers, Josefin Neldén
Sceneggiatura Peter Birro (dal libro omonimo di / based on the book of the same name by Martin Schibbye, Johan Persson)
Fotografia Sophia Olsson
Montaggio Hanna Lejonqvist
Scenografia Fred Du Preez
Costumi Clinton Booyse
Musica Jon Ekstrand
Suono Andreas Franck, Fredrik Dalenfjäll
Produttore Sandra Harms, Karl Fredrik Ulfung
Co-produttore Anna Croneman, Peter Possne
Produzione Miso Film Sweden
Co-produzione Sveriges Television, Film i Väst
Distribuzione internazionale SF Studios