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Gli anni amari

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La XIV edizione della Festa del Cinema di Roma, che si svolge dal 17 al 27 ottobre corrente presso l’Auditorium Parco della Musica, ha avuto oggi una preview con la presentazione di un biopic su Mario Mieli, uno degli indiscussi protagonisti del movimento di liberazione omosessuale in Italia nonché sicuro punto di riferimento per chi voglia avvicinarsi agli studi di genere con il suo:  ”Elementi di critica omosessuale” (Einaudi 1977). A lui è intitolato il Circolo di cultura omosessuale di Roma Mario Mieli. Il film ne ripercorre la vita, breve ma intensa, certamente oltre ogni convenzione dell’epoca (morto suicida nel 1983 all’età di soli 30 anni).

“Gli Anni Amari”, per la regia di Andrea Adriatico – una produzione Cinemare e Pavarotti International 23 con Rai Cinema – è una pellicola che ripercorre la vita di Mieli sin dall’adolescenza: dalla frequentazione dello storico Liceo classico Parini di Milano, alla frenetica vita notturna milanese al di fuori di ogni schema – quando l’omosessualità veniva bollata alla stregua di un disturbo mentale -, al suo incontro con l’attivismo inglese del Gay Revolution Front a Londra, al ritorno in Italia e alla sua adesione al “Fuori”, prima associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano, alla fondazione dei “Collettivi Omosesuali Milanesi”.

Secondo il regista, “Gli anni amari è l’attraversamento di un’epoca, di quei vitali, difficili e creativi, dolori e rimossi anni ’70. E’ anche la rievocazione di un necessario movimento per i diritti, come quello omosessuale, che doveva inventare forme nuove per farsi riconoscere. Ed è soprattutto il ritratto di un ragazzo la cui genialità, la cui libertà interiore erano troppo intense per il mondo che lo circondava…. Ma era anche immerso in una profonda solitudine, quella in cui aveva costruito la sua bolla di sopravvivenza e quella in cui era relegato da chi lo considerava troppo snob o troppo scomodo”.

A far da contorno al protagonista, una serie di nomi e volti che con lui hanno inciso profondamente nella cultura e nei costumi di quegli anni: da Corrado Levi a Piero Fassoni, da Ivan Cattaneo a Angelo Pezzana (fondatore del “Fuori!”), da Fernanda Pivano a Milo De Angelis, senza tralasciare un giovanissimo Umberto Pasti, suo compagno e futuro scrittore.

Un film importante, che ci aiuta a conoscere e a riflettere su di un periodo della nostra storia recente, non ancora nota ai più, in cui alcune libertà, come quella sessuale, venivano ancora represse (dialetticamente) e vissute nella clandestinità. Un tributo ed una lode ad un personaggio discusso ma che  ha certamente offerto il suo prezioso contributo per una società più giusta, più tollerante, più libera.


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