Una campagna per l’accoglienza e contro tutti i muri che parte dal Muro di Berlino che erano due

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a cura di Stefano Scialotti con la collaborazione di Francesco Vinci
Una produzione Dinamolab  in collaborazione con
Il Manifesto e la campagna iorompo.it
Articolo21
L’Altropallone Onlus
L’Associazione Puntozero
Il Centro Sociale Acrobax

2017 inizio della campagna

Nel 2017 Dinamolab dà vita ad una particolare campagna contro i muri e per l’accoglienza fatta attraverso i sogni notturni raccontati e disegnati dai bambini: Dreamtelling for a Better World in collaborazione con il sito www.kidzdream.net .

L’idea è di dare una risposta poetica alla presenza dei muri attraverso i sogni di bambini che possono scavalcare i muri e creare dei ponti fantastici sopra di essi. Si parte con i racconti dei sogni dei bambini di San Diego e Tijuana e di varie città italiane. Si realizzano poi due brevi documentari in collaborazione con l’Associazione di volontari Border Angels

Il primo “The Wall” descrive come aiutare i migranti che passano per il deserto per aggirare il muro e spesso muoiono di fame e di sete.

Border  Angels lascia in alcuni punti precisi riserve di acqua e cibo per la sopravvivenza dei migranti. (vedi THE WALL   https://vimeo.com/281662858) .

Il secondo “The Friendship Park” mostra una partita di pallone di bambini che si gioca contemporaneamente dalle due parti di quel muro a Tijuana e San Diego. Solo un giorno l’anno su richiesta di Border Angels le guardie di frontiera USA permettono di entrare nella no man’s land prospicente il muro lato nordamericano. Il parco si chiama così, perché nel 1972 – il muro ancora non esisteva – fu inaugurato da Pat Nixon come segno dell’amicizia tra i due stati. Poi nel 1990 fu iniziata la costruzione del muro che taglia in due proprio il parco. I bambini, solo in quel giorno, si possono toccarsi attraverso la rete metallica con i loro ditini.

Forse per impedirlo Mr. Trump vuole sostituire la rete metalica con un solido muro anti ditini dei bambini.

( vedi The FRIENDSHP PARK https://vimeo.com/287042296 )

Iorompo.it e la collaborazione con Il Manifesto

Nell’estate 2019 Dreamtelling for a Better World inizia una collaborazione con il quotidiano Il Manifesto e la sua campagna iorompo che lancia una sottoscrizione online per la sopravvivenza del giornale in risposta al taglio del fondo per il pluralismo: i giornali liberi rischiano di scomparire dietro un altro tipo di muro.

Aida Camp, Betlemme ottobre 2019

Come prima iniziativa in collaborazione con Il Manifesto siamo andati per 9 giorni nel campo di Aida a Betlemme. Creato nel 1950 dalle famiglie palestinesi esiliate, il campo ha visto anno dopo anno crescere i suoi abitanti. Oggi, circondati da ogni parte dal muro costruito dagli israeliani vi vivono più di 6.000 rifugiati.  Un muro che gira intorno alle case e avvolge e stravolge il campo.  Gli israeliani hanno fatto le cose in grande, con i suoi 8 metri di altezza il muro supera e raddoppia i 3,6 metri del prototipo di Berlino.

Molti rifugiati hanno conservato le chiavi delle loro vecchie case, speravano di potervi tornare in tempi brevi: sono passati per molti di loro più di 20 anni. Una grande chiave sopra la porta di entrata al campo è diventato il simbolo della speranza ma anche purtroppo dell’impossibilità di un ritorno.

In collaborazione con il Centro Sociale Acrobax di Roma che da anni sostiene e aiuta Aida Camp abbiamo organizzato una raccolta di sogni di bambini e una partita di pallone vicino al muro nel centro Amal Almustakbal di Aida che organizza diverse attività e giochi per i bambini e i ragazzi, dai corsi di inglese e italiano, di fotografia e videomaking.

Due squadre di ragazzi tutti con le magliette iorompo hanno giocato una partita di pallone in uno spazio adiacente al muro che gli abitanti di Aida vorrebbero far diventare un campo sportivo ma data la vicinanza al muro è stato bloccato dagli israeliani.

Una serie di rigori contro il muro, prendendolo sportivamente a calci, ha concluso la partita.

La campagna nel 2019

In concomitanza del trentennale della caduta del Muro di Berlino la campagna farà uso di vari elementi: una selezione da un archivio di oltre 1000 foto di scritte e di immagini di quel muro da noi realizzate negli anni 80, un libro Lennon Not Lenin/Il Muro di Berlino erano due che uscirà a novembre per i tipi di Fausto Lupetti e i filmati realizzati recentemente sul muro USA-Messico e su quello intorno a Betlemme, i sogni dei bambini del mondo.

Con Il Manifesto e con Articolo21 si sta lavorando per organizzare delle presentazioni multimediali del progetto a Palermo, Milano e a Roma in particolare per il cinquantesimo anno dalla nascita del gruppo del Manifesto.  Si vuole aprire un dibattito sulla proliferazione dei muri dalla  caduta di quello di Berlino ad oggi.

I muri sono come un bubbone che si evidenzia sulla pelle, ma il problema vero che va curato è il fegato malato che lo ha prodotto. Quindi è necessario agire sulla cultura e sulle comunicazioni scorrette e fuorvianti, sul linguaggio dei media tradizionali e non, sull’incontrollabilità delle fake news cui è necessario ribattere colpo su colpo con informazione corretta e quando possibile con azioni artistiche e poetiche.
Stefano Scialotti


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