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Valorizzare la risorsa informazione oggi

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Siamo quasi arrivati in fondo al nostro certosino lavoro di osservazione, analisi e contrappunto dedicato agli Stati generali dell’editoria intrapreso dall’oramai ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria Vincenzo Crimi nell’ambito della precedente legislatura. Un lavoro indubbiamente utile e che sarebbe davvero disastroso, a nostro avviso, se andasse perduto, nonostante siano ovviamente cambiati, dopo il rinnovo dell’Esecutivo, molti dei protagonisti della vicenda. Il cambio di Governo non ha azzerato la crisi devastante e  pluriennale del settore, e non ha certamente azzerato la necessita urgente e inderogabile di mettere mano al più presto ad una profonda riforma del comparto. E non utilizzare, in qualche modo, tutti gli spunti, spesso davvero unici e anche utili, che sono arrivati dagli Stati generali dell’editoria voluti dal precedente Governo, sarebbe, a nostro avviso, una imperdonabile leggerezza. Ma nel frattempo non dobbiamo nemmeno commettere l’ingenuità di trascurare quello che accade oggi, in politica e nel settore dell’editoria e dell’analisi della crisi,  dopo il cambio alla guida del Paese. Per questo abbiamo pensato fosse utile aprire questo nostro ulteriore post di analisi sull’ennesimo convegno degli Stati generali, quello dedicato al “pluralismo dei territori”, come recita il titolo del nostro articolo, partendo dalla cronaca, dalle notizie più recenti sul tema. E quindi permetteteci di porgerVi, in video e in forma scritta, una sintesi dell’intervento del neo-Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Andrea Martella, realizzato il 26 settembre scorso durante il convegno organizzato dall’Unione Stampa Periodica Italiana al Senato,  dal titolo: “Una nuova strategia per il rilancio del settore dell’editoria”. Per chi volesse approfondire il tema, Il video integrale dell’evento realizzato da Radio Radicale,  è visionabile sul sito dell’emittente radiofonica.

Estraiamo,  dunque,  i passaggi salienti, a nostro avviso, dell’intervento del Sottosegretario Martella al convegno dell’Uspi, e  ve li consegnamo in forma scritta. A seguire il video integrale della prima uscita pubblica del neo-Sottosegretario,  estratto dagli atti del convegno,  ripresi in video dai colleghi di Radio Radicale.

Andrea Martella: La prima cosa che voglio dire è che l’informazione è un bene di tutti,  indispensabile per il pieno corretto funzionamento dell’istituzione di una moderna democrazia occidentale.  Questo bene, va promosso, ne va preservata la qualità e l’espressione pluralistica, assicurando delle condizioni di sostegno che tengano conto dell’intero sistema.

Mi propongo di garantire una serie di incontri,  nelle prossime settimane, con gli stakeholder per acquisire velocemente riflessioni,  strategie , progetti, e per aprire dei tavoli di confronto cui consolidare delle proposte operative.

Sono consapevole del fatto che nei mesi scorsi attraverso i vari eventi degli Stati generali sono state formulate diverse valutazioni e ipotesi di lavoro.  A me ora,  sembra giunto il momento,  di fare delle scelte politiche,  per offrire al sistema editoriale un quadro di misure aggiornato e funzionale.

Non vi è dubbio che la crisi dell’editoria sia in gran parte dovuta alla rivoluzione digitale,  che si è concentrata in un periodo di tempo molto breve, cambiando in profondità,  sia il modo di produrre l’informazione,  sia le abitudini e le modalità di fruizione dei contenuti informativi.

Non occorre dirlo,  basta pensare al web e ai social network e alla loro capacità di determinare il superamento delle mediazioni professionali, consentendo a milioni di individui di entrare in contatto con migliaia di informazioni,  e di crearne a loro volta, ma con un livello di affidabilità non misurabile. Questo aspetto pone un serio problema di qualità dell’informazione, e poi di capacità dei lettori di orientarsi, discernere, e formarsi un’opinione su fonti attendibili.

La democrazia ha tra i suoi fondamenti quello di un’informazione libera,  di una stampa libera, plurale, ma pure consapevole del suo ruolo essenziale nella formazione della pubblica opinione,  e quindi dell’indispensabile ancoraggio alla verità dei fatti.

Ritengo che sia essenziale assicurare al settore dell’informazione i proventi dovuti come remunerazione della produzione di contenuti informativi digitali,  e per questo sono convinto… Continua su lsdi


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