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Sergio Lepri, una vita dalla parte giusta 

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Il prossimo 24 settembre compirà cento anni Sergio Lepri, un maestro e un punto di riferimento per la nostra associazione. Partigiano liberale, storico direttore dell’ANSA, personalità straordinaria del giornalismo e del panorama culturale italiano, personalmente ho avuto l’onore di conoscerlo quando era già un mostro sacro, qualche anno fa, apprezzandone la vitalità, il coraggio, la battuta sempre pronta. Perché Lepri ha raggiunto i cento senza mai invecchiare; anzi, come tutti i vini d’annata, più e andato avanti, più ha acquisito valore, corposo come i rossi della sua amata regione, intenso come la sua prosa sempre attenta alla buona educazione e al rispetto delle regole, non solo di quelle deontologiche.
Ciò che mi ha sorpreso, neanche troppo a dire il vero, di questo partigiano rimasto tale nel tempo è la sua curiosità per il prossimo e per il mondo, vivendo ogni giorno come una scoperta e sapendo che persino da un giovane un uomo della sua esperienza ha qualcosa da imparare.
L’umiltà, la generosità, l’attenzione verso il prossimo, la disponibilità e la professionalità straordinaria che ha mantenuto ancora oggi sono le prerogative di una personalità che ha attraversato un secolo a testa alta, sempre dalla parte giusta, sempre a difesa dei diritti e della dignità della persona, contro ogni fascismo, ogni discriminazione, ogni violenza, contro le parole d’odio di ieri e di oggi, contro il berlusconismo e i suoi attacchi alla libertà d’informazione, il che lo spinse, insieme a un altro grande liberale come Federico Orlando, ad accettare la sfida di contribuire a fondare quest’associazione, unendo le forze, le idee, i pensieri e le forme di dialogo in nome di un ideale di libertà e giustizia che lo fecero tornare ai giorni della giovinezza. Anche allora, in nome dello stesso ideale, pensieri e visioni del mondo diverse ma accomunate dalla medesima sete di speranza e futuro camminarono e lottarono insieme contro la barbarie. Una barbarie differente, per carità, non paragonabile, ma comunque da contrastare, comunque lesiva di principi e valori basilari, comunque pericolosa per il nostro vivere civile.
Sergio Lepri non ha mai smesso di combattere, di portare i valori dei vent’anni sulle montagne della vita, di condurre la sua personale Resistenza all’orrore e all’abisso, di denunciare con garbo e fermezza ogni ingiustizia e di incoraggiare i giovani a lottare, senza mai fermarsi, senza mai arrendersi, senza mai dire a un ragazzo di rinunciare di propri sogni. Lepri sogna ancora: questa è la sua grandezza.

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