Un tributo all’amicizia ed alla riscoperta delle proprie radici. E’ questo il senso del film “Drive me home”, lungometraggio del giovane regista-produttore Simone Catania (classe 1980). E’ la storia di una fuga dalla terra natia di due ragazzi siciliani, cresciuti insieme, pieni di sogni e di speranze, e del loro ritorno alle origini, attraverso la riscoperta di valori semplici, comuni, oramai persi.
Una fuga che porta i due protagonisti Antonio (interpretato da Vinicio Marchioni), e Agostino (interpretato da Marco D’Amore), ad allontanarsi da tutto e da tutti, alla ricerca di se stessi, avendo come unico compagno di viaggio la propria solitudine e il proprio fardello di sconfitte.
Sarà il ritorno a casa di Antonio, a causa dell’imminente vendita della masseria di famiglia sommersa dai debiti, luogo in cui lui e Agostino giocavano insieme come fratelli felici, ad offrirgli l’occasione di rintracciare dapprima l’amico fraterno Tino (camionista in Belgio) e poi di affrontare insieme a lui il viaggio di ritorno verso la Sicilia, in una marea montante di ricordi, di emozioni, verso la riscoperta di un’amicizia soltanto sopita, pronta a riesplodere con il tutto il suo fragore.
Secondo il regista: “Antonio ed Agostino …. sono anime perse alla ricerca di un’ancora di salvezza, di un valore che la nostra generazione fa fatica a riconoscere: quello delle proprie origini….noi raccogliamo i risultati dell’affermazione della società neo-liberista, l’epoca del benessere e della competitività che ha portato alla distruzione dei legami sociali”.
La prima parte del film si snoda attraverso il confronto duro, quasi astioso, diffidente, tra i due protagonisti, diventati, almeno apparentemente, altro! rispetto ai tempi felici della loro infanzia. La seconda parte, invece, più intimista, affronta il recupero della loro identità, della loro cultura, sino ad allora rifiutata.
Una produzione Inthelfilm Indyca – Rai Cinema, distribuita da Europictures Indyca, presentato al 36 TFF – Torino Film Festival – selezione ufficiale, sarà in sala dal 26 settembre.
Un film interessante, a tratti malinconico, seppur con qualche limite nel ritmo della storia (già vista), che affronta con discrezione, rispetto e coraggio, alcuni temi della quotidianità di oggi (in un mondo disorientato), quale anche quello dell’affermazione-