Il film sarà in cartellone a partire dal 5 settembre: un film insieme tosto e leggero; di quella “leggerezza” che non indulge nella battuta scontata e facile. E’ la “leggerezza” di chi racconta e affronta temi importanti, che riguardano molti di noi; ma senza la pesatezza del pedagogo che deve impartire “lezioni” e indica la giusta rotta. Piuttosto, appunto, racconta; e raccontando ci rende consapevoli di realtà solitamente rimosse, anche se sono vissute da molte più persone di quanto si creda.
Il film si chiama “Mio fratello rincorre i dinosauri“, è l’opera prima di un esordiente, Stefano Cipani; è interpretato tra gli altri da Alessandro Gassmann, Isabella Ragonese, Rossy de Palma, Francesco Gheghi, Lorenzo Sisto; è tratto dal libro autobiografico Giacomo Mazzariol; libro che ha lo stesso titolo del film: “Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più“. In estrema sintesi, è la storia di Jack, che fin da piccolo crede alla tenera bugia dei genitori: gli fanno credere che il fratello Giò sia un bambino “speciale”: dotato di incredibili superpoteri, come un eroe dei fumetti. Con il passare del tempo Giò, affetto dalla sindrome di Down, per Jack diventa un segreto da non svelare. Con questo sentimento, trascorre il tempo delle scuole medie. Quando Jack conosce il primo amore, una ragazzina che si chiama Arianna, ecco che la presenza di Giò, con i suoi bizzarri e imprevedibili comportamenti, diventa per lui un fardello così pesante che arriva a negare ad Arianna e ai nuovi amici del liceo la stessa esistenza del fratello.
La morale (ammesso che di morale si possa parlare, anche perché in un film o in un libro ognuno coglie quello che più crede e riesce a vedere), è che non si può pretendere di essere amati da qualcuno per come si è, se, al tempo stesso, non si è in grado per primi di amare gli altri accettando come sono e non come si vorrebbe fossero. Credo sia questo, quello che vuol dire il libro prima, il film poi; questa la “lezione” che Jack riceve dal fratello, grazie a quel suo originale punto di vista sul mondo. Alla fine Jack comincia a pensare che Giò sia davvero un supereroe.
Il film pone una questione importante e urgente: quella dell’accettazione di chi appare diverso, e che non si deve aver paura di questa diversità: che molto spesso ci può arricchire in modo sorprendente.