Da Repubblica, 21 agosto 2019
Padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà cattolica, Conte in Aula chiede di evitare di accostare ai simboli politici i simboli religiosi, condivide?
«Conte ha affermato che accostare ai simboli politici i simboli religiosi è un atto di “incoscienza religiosa”. Mi ha colpito quest’espressione. Abbiamo assistito a una strumentalizzazione di rosari, crocifissi, immagini care alla devozione dei credenti, che sono state strappate al loro contesto per essere asservite alla propaganda. Conte ha notato un duplice rischio: offendere il sentimento dei credenti e offuscare il principio di laicità, che è un tratto caratteristico dello stato moderno. Sono affermazioni del tutto condivisibili perché tendono a tutelare sia la coscienza dei fedeli sia la laicità dello Stato, che non è confessionale».
Salvini ha evocato ancora Giovanni Paolo II e ha mostrato un rosario. Perché questo bisogno?
«Proprio san Giovanni Paolo II, ad esempio in un suo importante discorso del 1993, ha ricordato come il cristianesimo abbia riconosciuto “fin dalle sue origini una sana laicità delle strutture della società civile, favorendo la fondamentale distinzione tra l’ordine temporale e l’ordine spirituale”. Per lui il riconoscimento della libertà di religione è scaturita dall’atteggiamento assunto dal cristianesimo circa la laicità dello Stato. L’insegnamento dei Pontefici successivi, Benedetto e Francesco, è stato coerente. Benedetto XVI nella Deus Caritas est mise in luce come “la distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio” appartiene “alla struttura fondamentale del cristianesimo”. E invece oggi vediamo che le forze sovraniste hanno bisogno di fondarsi anche sulla religione per imporsi. Avviene non solo nel mondo cristiano. Il potere cerca di assoggettare la religione per succhiarne il sangue, la linfa vitale. In questo modo si riduce il cristianesimo a una “parte” o un “partito”. Nella coscienza del cittadino e del credente questo crea sempre ferite che finiscono per trasformarsi in infezioni che infettano sia la Chiesa sia lo Stato».
Renzi ha citato il Vangelo di Matteo. Una volta i politici denunciavano l’ingerenza della Chiesa, qui sembra accadere il contrario?
«Il simbolo religioso ha senso se comunica il suo contenuto. Il brano di Matteo 25 citato dal senatore afferma: “Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato…”. Questo è il Vangelo di Gesù che svela la mistificazione. Ed è vero, oggi il crocifisso è usato come segno dal valore politico in maniera inversa rispetto a quello che eravamo abituati: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio, a volte pure con la complicità di alcuni chierici».
Lei, dopo aver postato immagini di Maria naufraga in mare, è stato attaccato. Così vogliano colpire anche il Papa e il suo magistero?
«Francesco col suo messaggio radicalmente evangelico risulta scomodo. Ma, in realtà, a essere scomodo è il Vangelo. Ho postato quelle immagini perché l’allora ministro dell’Interno ha ringraziato ufficialmente la Madonna per l’approvazione del decreto Sicurezza bis. Ma il credente sa bene che la devozione mariana è sempre stata associata alla salvezza dei naviganti e dei naufragi, chiunque essi fossero. Ad esempio, la Madonna di “Porto Salvo”. Il manto azzurro di Maria da sempre è stato evocato come un salvagente. Lo testimoniano gli ex voto. Ho semplicemente voluto rendere palese l’assurdità».
Civiltà Cattolica si è sempre distinta per una lucidità di giudizio sulle vicende del Paese. Come pensa debba risolversi questa crisi?
«Abbiamo totale fiducia nel discernimento di Mattarella. Siamo a un punto di svolta: impossibile negarlo. Ciò che conta oggi è il bene comune e la salvaguardia della nostra democrazia». (Paolo Rodari – Repubblica)