«I due accordi raggiunti con la Rai sono frutto di un lavoro lungo, faticoso e per niente scontato: nessuna gentile concessione da parte di alcuno; nessun accordo calato dall’alto. Del resto di stabilizzare i colleghi che lavorano nelle reti Rai si parla da tantissimi anni, è un obiettivo a cui il sindacato lavora da tempo». Con queste parole il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha aperto la conferenza stampa di presentazione dell’accordo che prevede il riconoscimento del ‘giusto contratto’ per 250 giornalisti che già lavorano in azienda e una nuova selezione pubblica su base territoriale, il cui bando sarà pubblicato a cavallo dell’estate, per 90 nuovi giornalisti.
«Un duplice obiettivo raggiunto al termine di un percorso che parte da lontano – ha ricordato Lorusso – e che è figlio del Contratto di servizio e della firma, da parte dell’Usigrai, del contratto integrativo aziendale. Da un lato dobbiamo dare atto all’azienda di aver rispettato gli impegni presi in quella sede, dall’altro diamo atto ai colleghi di essere stati caparbi nel perseguire tale impegno». Gli accordi raggiunti, ha aggiunto il segretario generale della Fnsi, «sono la dimostrazione che la buona informazione non può prescindere dalla buona occupazione: con un lavoro senza diritti non può esserci informazione di qualità. Un principio che vale per tutti gli ambiti dell’informazione professionale e che anima tutti i tavoli che ci hanno visto protagonisti in questi mesi».
Per questo, ha concluso Lorusso, «non abbiamo partecipato all’ultimo incontro dei cosiddetti Stati generali dell’editoria e non parteciperemo alla cerimonia di chiusura, a ottobre a Torino, perché, al di là delle illusioni alimentate anche da qualcuno dentro la categoria, non possiamo avallare le intenzioni di chi si pone come obiettivo di indebolire l’informazione in questo Paese, di chi vuole affermare un modello di giornalismo che prescinde dal lavoro regolare, di chi non vuol riconoscere gli organismi democraticamente eletti della categoria, di chi mira a indebolire il pluralismo per impedire all’opinione pubblica di conoscere e di elaborate un pensiero critico».
Il segretario della Fnsi ha poi ricordato la recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha ribadito che il pluralismo dell’informazione è ‘fondamento della democrazia’ e rilanciato l’appuntamento del 12 settembre, confermato al tavolo di confronto di ieri al ministero del Lavoro con il sottosegretario Durigon: «Una giornata di approfondimento per ribadire che senza lavoro regolare non possono esserci informazione professionale né previdenza».
Per il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani, «questi accordi sono un successo collettivo, frutto di un lavoro che ha sempre visto l’Usigrai pensare ad ampliare i diritti, oltre che a tutelare gli iscritti. Un modo di lavorare che ha caratterizza il sindacato dei giornalisti Rai al cui interno si discute, ci si scontra e confronta, ma rispetto agli obiettivi sindacali ci si trova sempre uniti, come dimostra il fatto che tutto l’esecutivo ha firmato, insieme con la Fnsi, questi due accordi, che ci auguriamo segnino un esempio per tutti».
In merito alla ‘stabilizzazione’ dei 250 lavoratori già operanti in Rai, il segretario dell’Usigrai, e dopo di lui anche altri rappresentanti del sindacato di base, ha infine evidenziato: «L’applicazione del contratto porta finalmente diritti a chi prima non ne aveva, ma porta con sé anche l’obbligo a rispettare i doveri a cui dobbiamo tutti attenerci se vogliamo pretendere che la Rai Servizio Pubblico produca informazione di qualità nel rispetto delle regole deontologiche e dei cittadini». Mentre per quanto riguarda la nuova selezione pubblica per 90 giornalisti, Di Trapani ha osservato: «Oggi c’è l’urgenza non più rinviabile di trasformare la Rai in un’azienda multimediale e crossmediale. La selezione risponde a questa esigenza. L’azienda deve guardare al futuro partendo dai territori».
Il segretario dell’Usigrai ha poi voluto ricordare e ringraziare «quanti, negli ultimi anni, hanno lavorato per rendere possibile questo storico accordo»: da Roberto Natale, ex segretario del sindacato di base ed ex presidente della Fnsi, a Paolo Butturini, ex segretario di Stampa Romana; da Marina Macelloni e Andrea Camporese, attuale e precedente presidente dell’Inpgi, alla presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Paola Spadari, a Paola Moroni e Marco Vignudelli, rappresentanti del Coordinamento nazionale dei giornalisti non contrattualizzati in Rai, solo per ricordare alcuni nomi.
Soddisfatta anche la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, «perché – ha rilevato – è così che si salva l’Istituto: creando nuova e buona occupazione, creando lavoro con diritti e tutele, giusta retribuzione e corretto versamento dei contributi previdenziali. Solo allargando la platea degli iscritti, come riconosce anche la legge di conversione del decreto Dignità, si può salvare l’istituto di previdenza. Il lavoro giornalistico è cambiato, sta cambiando e cambierà e noi dobbiamo adeguarci. Perché non c’è previdenza senza lavoro», ha concluso.
Presente anche il Consigliere di amministrazione Rai, Riccardo Laganà, che, esprimendo apprezzamento per l’accordo, ha evidenziato come questo serva anche a «bloccare l’aggressione di personale esterno alla Rai, collaboratori strapagati che sostituiscono professionalità interne. Facciamo la stessa battaglia anche per le altre categorie professionali e lottiamo insieme per difendere l’indipendenza economica ed editoriale della Rai dall’ingerenza della politica», ha chiesto.
Infine il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha ribadito la posizione del sindacato nella generale vertenza per il lavoro regolare e per l’informazione di qualità: «Non si fanno prima i tagli e poi ci si confronta. Non è stata questa la via seguita per giungere a questo accordo, un accordo che fa onore all’azienda, che risponde all’articolo 21 della Costituzione, alle direttive della Vigilanza e al contratto di servizio, mentre c’è chi sta promuovendo una nuova odiosa campagna contro il canone che non potrà che colpire le lavoratrici e i lavoratori».
E prima di rilanciare l’appello al rispetto della Carta di Roma, Giulietti ha concluso chiedendo: «Ora l’azienda presenti il piano editoriale, per sapere quali obiettivi vuole perseguire e per capire quanti giornalisti serviranno per raggiungerli. Il sindacato è pronto a discuterne con l’azienda, cosa che non è stato possibile fare negli ultimi anni perché ogni piano veniva bocciato ancora prima di essere presentato».
PER APPROFONDIRE
A questo link la registrazione video della conferenza stampa disponibile sul sito web di Radio Radicale.