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Alcol e droga responsabili nel 10% degli incidenti stradali, ma i dati sono parziali

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di Laura Pasotti

Nel 2017 nell’8% dei casi almeno uno dei conducenti era in stato di ebbrezza e quasi il 3% era sotto l’effetto di sostanze. Ma come vengono raccolti i dati? Istat integra i suoi, “che potrebbero essere sottostimati”, con quelli di Carabinieri, Stradale e Polizia locale

BOLOGNA – Nel 2017 sono aumentate le sanzioni per guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, ovvero le violazioni degli articoli 186 e 187 del Codice della strada: Polizia stradale, Carabinieri e Polizie locali ne hanno elevate rispettivamente 41.476 (+2,5%) e 5.289 (+11,7%). In aumento anche le contravvenzioni per guida sotto l’effetto di sostanze in occasione di incidente stradale: dai dati diffusi da Carabinieri e Polizia stradale (che insieme rilevano circa un terzo degli incidenti: 58.583 su quasi 174 mila nel 2017) risulta che sono stati 4.575 gli incidenti stradali per i quali almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti era in stato di ebbrezza e 1.690 gli incidenti in cui era risultato positivo ai test anti-droga. Si tratta del 7,8% e del 2,9% degli incidenti rilevati da Carabinieri e Polizia stradale, percentuale in crescita rispetto al 2015 quando erano il 7,6% e il 2,3%.
Anche le Polizie locali di alcuni Comuni capoluogo (nei cui territori risiedono oltre 17 milioni di abitanti) hanno reso disponibili il numero delle sanzioni in caso di incidente: 2.126 e 462 rispettivamente per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze, in aumento rispetto al 2016. Si tratta del 43% e del 55% delle sanzioni elevate per le infrazioni degli articolo 186 e 187. I controlli delle Polizie locali con etilometro o precursore hanno riguardato il 7 per mille della popolazione e gli esiti positivi sono stati il 3,5%. Per quanto riguarda gli incidenti con lesioni rilevati dalle Polizie locali, quelli correlati ad alcol e droga sono il 3,8% e lo 0,8%. I dati sono stati diffusi da Istat nel luglio 2018 e sono riferiti al 2017 (quelli del 2018 saranno pubblicati il prossimo 25 luglio).

La questione della rilevazione dei dati

Come si legge nella Relazione al Parlamento 2018 sui dati relativi alle tossicodipendenze, “la rilevazione Istat degli incidenti stradali, pur consentendo di produrre un ricco set di informazioni, presenta alcuni gap e difficoltà nel reperire i dati”. È per questo che, dal 2010, Istat di sospendere la diffusione dei dati dettagliati per le circostanze legate allo stato psicofisico alterato. I motivi sono diversi, come spiega a Redattore Sociale Silvia Bruzzone di Istat. “La rilevazione degli incidenti stradali condotta da Istat con la compartecipazione di Aci raccoglie informazioni sulla circostanza presunta di incidente stradale (tra cui rientrano anche lo stato di ebbrezza e l’uso di sostanze) limitatamente ai conducenti dei primi due veicoli coinvolti – spiega la ricercatrice – e anche se gli incidenti con tre o più veicoli coinvolti sono circa il 9% del totale, il dato risulterebbe sottostimato”. La questione riguarda il modello (cartaceo o elettronico) con cui gli organi di rilevazione inviano le segnalazioni a Istat, “che potrebbe essere reso più chiaro”, lo scollamento tra i tempi di invio delle segnalazioni, “a Istat vanno fatte entro 40 giorni”, e quelli in cui vengono chiuse le pratiche, il dialogo tra ospedale e organo di rilevazione che non sempre è veloce, il fatto che i verbali delle forze dell’ordine sono dettagliati ma non sempre tutti i dati vengono riportati nella segnalazione. Senza contare che il Codice della strada dà la possibilità ai conducenti di rifiutare di sottoporsi agli accertamenti sullo stato psico-fisico: in questo caso, salvo che il fatto costituisca un reato più grave, vengono applicate le sanzioni prevista dal 186 comma 2 ma l’informazione sulla sanzione non viene inviata all’Istat. “Per questo abbiamo deciso di integrare la rilevazione sugli incidenti stradali con altre fonti ovvero Carabinieri, Stradale e Polizie locali – dice Bruzzone – Queste ultime non sono tutte perché, a differenza di Carabinieri e Polizia stradale non hanno un organo centrale a cui fare riferimento, ma solo quelle di alcuni Comuni capoluogo”. I dati sono comunque parziali, “ma con quelli di Carabinieri e Stradale abbiamo una buona percentuale. Bisogna lavorare su più fronti per colmare le lacune e coinvolgere un maggior numero di Comuni”. Un dato che potrebbe aiutare è quello sulle patenti ritirate, ma bisognerebbe coinvolgere le commissioni medico-legali a livello provinciale. Anche sulle violazioni la situazione è frammentaria. Non sempre le forze dell’ordine impegnate nei controlli su strada sono dotate di etilometro (che rileva la percentuale di alcol nel sangue), spesso hanno solo i precursori (che accertano solo la concentrazione di alcol nell’aria espirata). Come riportato nella Relazione al Parlamento 2018, le Polizie locali dei Comuni capoluogo di provincia che hanno partecipato alla rilevazione dell’Aci nel 2016 riportano di aver avuto a disposizione 321 etilometri (di cui il 29% nel Nord Est, il 29,3% nel Nord Ovest, il 27,4% al Centro e il 14,3% al Sud e nelle Isole) e 749 precursori per la rilevazione della guida sotto l’effetto di alcol (17,9% al Nord Est, 39,8% Nord Ovest, 30,4% Centro e 11,9% Sud e Isole). A partire dal 2019 Istat ha messo a disposizione delle Polizie locali un nuovo sistema di acquisizione dei dati Gino per inserire on line le informaizoni sugli incidenti attraverso la compilazione guidata di un questionario web che, dal primo gennaio 2020, sostituirà le modalità di acquisizioni precedenti.

I test anti-droga

In seguito alla sperimentazione del nuovo Protocollo operativo per il contrasto della guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti, a partire dal 2015 è stata avviata la campagna straordinaria di controllo sulle condizioni psico-fisiche dei conducenti con l’impiego congiunto della Polizia stradale e dei medici e personale sanitario della Polizia di Stato. Tra il novembre 2017 e l’aprile 2018 la sperimentazione ha coinvolto 82 province. Nel periodo considerato sono stati oltre 14 mila i conducenti di autoveicoli sottoposti a controllo con precursori per verificare l’assunzione di alcol o sostanze (dati Dipartimento per le politiche antidroga del governo) in 391 posti di controllo con l’impiego di 2.058 operatori della Polizia di Stato e 549 medici e personale sanitario della Polizia di Stato. Sono 894 i conducenti quelli risultati positivi alla verifica con l’etilometro (con un tasso alcolemico superiore a 0,5 g/l) per i quali è scattato il ritiro della patente per la successiva sospensione, altri 49 rientravano tra quelli per cui vige il divieto assoluto di assumere alcol prima di mettersi alla guida (neopatentati, minori di 21 anni, conducenti professionali). Sono stati 849 i conducenti sottoposti a un esame comportamentale da parte del personale sanitario della Polizia per valutarne lo stato psico-fisico nonché al test salivare per verificare la presenza di sostanze stupefacenti: tra questi 214 (pari all’1,5% del totale degli oltre 14 mila conducenti controllati) sono risultati positivi ad almeno una sostanza (soprattutto cocaina e cannabinoidi). Per questi conducenti è scattato il ritiro cautelare della patente e si è proceduto al prelievo su strada di campioni salivari inviati al Centro di tossicologia forense della Polizia di Stato: le analisi hanno confermato la positività ad almeno una sostanza psicoattiva di 165 conducenti, pari al 77,1% di quelli positivi ai test su strada e all’1,2% del totale degli oltre 14 mila controllati.

Il Libro bianco sulle droghe

“Le violazioni accertate dell’articolo 187 del Codice della strada rappresentano una piccolissima parte delle violazioni totali”. È quanto si legge nel decimo Libro bianco sulle droghe pubblicato lo scorso giugno (con dati ricavati da Istat, ministero dell’Interno, Polizia stradale e Dipartimento per le politiche antidroga) da cui risulta che su circa 20 milioni di contravvenzioni per violazioni del Codice della strada elevate nel 2017 da Polizia locale dei Comuni capoluogo, Polizia stradale e Carabinieri, quelle relative all’articolo 187 erano poco più di 5 mila pari allo 0,03% del totale, di cui 853 dalle Polizie locali, 2.544 dai Carabinieri e 1.892 dalla Stradale. Per quanto riguarda la Polizia stradale è disponibile anche il dato del 2018: sono 1.837 le violazioni dell’articolo 187 accertate, in gran parte contestate a persone over33 (circa il 47% del totale) in orario notturno (il 51%). Le violazioni dell’articolo 187 rilevate dalla Polizia stradale in caso di incidente sono state 553 nel 2017 (175 quelle relative al 187 in associazione al 186), di cui 14 accertate sul posto e 539 a seguito di accertamenti sanitari (11 violazioni per rifiuto) pari allo 0,94% del totale. Secondo Hassan Bassi di Forum Droghe che ha curato il capitolo del Libro bianco sugli incidenti correlati all’uso di sostanze, “questi dati certificano che l’uso di sostanze stupefacenti non può essere annoverato tra le cause principali di incidentalità stradale. Malgrado una costante e martellante retorica sul tema i dati certificano l’irrilevanza del fenomeno”. Inoltre, precisa che “la contestazione ‘guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti’ non dovrebbe prescindere dalle effettive condizioni di alterazione psico-fisica del conducente, prendendo atto che non è sufficiente dimostrare che il conducente abbia o meno assunto sostanze stupefacenti per dedurne l’incapacità alla guida”. Rispetto ai test salivari effettuati in strada, nel Libro bianco si precisa che la percentuali di quelli positivi ai precursori è molto esigua rispetto al numero di controlli effettuati. “Inoltre, appare rilevante la percentuale dei conducenti che sono risultati negati alle analisi approfondite, un media superiore al 20% dei positivi rilevati dai test su strada viene smentito dalle analisi di laboratorio”. (lp)

Da redattoresociale

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