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Quali sfide per le agenzie di informazione

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Come anticipato la scorsa settimana eccoci qui ad esaminare, incontro per incontro,quello che è successo durante gli Stati generali dell’editoria. Iniziamo con ordine dal primo incontro, tenutosi il 28 maggio scorso a Roma presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In realtà il primo incontro è stato quello inaugurale di marzo, ma vorremmo lasciarlo per ultimo nelle nostre analisi, anche per vedere a posteriori se le indicazioni espresse dal Governo inizialmente, e da tutte le parti in causa, che in quell’unico evento, erano tutte rappresentate, sono poi state rispettate e in che misura. Quindi l’ordine che seguiremo sarà quello contenuto nella pagina del dipartimento dell’editoria dedicata alla seconda fase degli Stati generali, quella degli incontri pubblici. L’incontro che prenderemo oggi in esame era quello dedicato alle agenzie di stampa, e questo era il programma ufficiale della giornata di lavoro:

Introduzione ai lavori del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega all’informazione e all’editoria, Vito Claudio Crimi Ore 09:30, apertura Ferruccio Sepe, Capo Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria,  Andrea Morelli, Docente di Giornalismo di Agenzia al Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo Ore 10:00 Interventi dei presenti in sala  Ore 13:00 Conclusioni

Per completezza dell’informazione e  maggiore chiarezza, iniziamo dalla definizione di agenzie di stampa, e prendiamo a prestito la spiegazione enciclopedica di tale concetto fornita dalla Treccani:

Agenzie di stampa: imprese giornalistiche che raccolgono e forniscono – con varie forme di pagamento – notizie per mezzo di bollettini o fotografie di attualità a giornali, a servizi radio-televisivi e in genere a chiunque ne abbia interesse. Le a.di s., anche dette agenzie di informazione, possono essere private, statali o finanziate dallo Stato

Iniziamo con l’introduzione all’incontro da parte del sottosegretario Crimi, come sempre non ci siamo limitati a riportare tutte le dichiarazioni in modo pedissequo ma abbiamo provato a dare la nostra versione dei fatti, estrapolando solo le parti dei discorsi degli intervenuti che ritenevamo particolarmente utili e interessanti.

Vito Crimi:  Un incontro con chi è in prima linea nella raccolta delle notizie. Oggi se facciamo un censimento delle agenzie di informazione in Italia arriviamo quasi a 100,  se poi parliamo di quelle nazionali ovviamente i numeri si riducono.

Quindi capite che questo quadro ci deve far riflettere sul come vogliamo affrontare il futuro di questo sistema. Occorre una riforma.

Ferruccio Sepe:  è un settore ancora vivo che patisce la crisi dell’editoria però è una parte di cui ancora c’è bisogno perché per fare giornalismo e i giornali, c’è bisogno delle agenzie.

Il quadro normativo attuale è quello uscito  dal risultato della competizione che è stata fatta su dieci lotti nazionali per l’Italia e 5 per l’estero. Quindi il complesso dei lotti che abbiamo messo a gara è costituito da 15 per garantire la condizione di pluralismo.

In realtà il quadro attuale, secondo me,  richiede un intervento normativo. Perché dico questo? Perché ho letto con attenzione tutte… Continua su lsdi


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