Paganini li avrebbe infastiditi con i suoi accessi di tosse tubercolare e di certo nessuno di loro avrebbe accettato di portare in braccio Petrucciani fin sul palco. Ma almeno Bertoli li avrebbe mandati a quel paese, affrontandoli “dalla strada, a muso duro”. Per restare in tema classico dell’Opera lo stesso Rigoletto, il personaggio creato da Giuseppe Verdi non avrebbe potuto mettere piede in quel meraviglioso palco storico, che tante volte l’ha visto protagonista… Bufera sul bando pubblico del Teatro San Carlo. Il primo a dare la notizia, poi ripresa da tutte le agenzie, è stato il Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania (Sugc), che ha contestato il concorso pubblico del Massimo partenopeo per la copertura a tempo indeterminato del posto di addetto stampa.«La cosa più grave è un’ulteriore e incredibile discriminazione – scrive il segretario Claudio Silvestri –: il concorso pubblico del San Carlo limita la partecipazione ai “candidati che siano fisicamente idonei ed esenti da difetti o imperfezioni che possano limitare il pieno ed incondizionato espletamento, in sede e fuori sede, delle mansioni previste”. “Esenti da difetti o imperfezioni”? Ma siamo all’eugenetica? Al San Carlo cercano un giornalista di razza ariana o dalle fattezze di Roberto Bolle? Che fine ha fatto la Costituzione che vieta le discriminazioni perché “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza distinzione di condizioni personali”?».
«Questo bando è uno scrigno di “sorprese” – continua il segretario del sindacato –: si parla anche che “la Commissione ha la facoltà, a suo insindacabile giudizio, di richiedere l’esecuzione totale o parziale del programma, come se si trattasse dell’audizione di un musicista e non dell’esame di un giornalista».
Con una lettera articolata in sei punti, il segretario del Sugc, scrive alla sovrintendente Rosanna Purchia, evidenziando gli errori rilevati nell’avviso pubblico, ritenuti talmente gravi da richiederne l’immediato ritiro.
«Il bando è inaccettabile – spiega Silvestri –: sorprende la mancata conoscenza della norma di riferimento sugli uffici stampa (la legge 150/2000) e della natura dell’albo dei giornalisti, tanto che il requisito richiesto è l’iscrizione a un inesistente “albo dei giornalisti pubblicisti”, discriminando così la partecipazione dei giornalisti professionisti».
«Per la gravità di questa discriminazione – conclude il dirigente sindacale – ho provveduto a informare il sindaco de Magistris, nella sua qualità di presidente del teatro, nonché le autorità competenti. E siamo pronto ad impugnare il bando». Intanto arrivano delle scuse per l’approssimazione della stesura di questo bando così discriminatorio… Anche se la sovrintendente Rosanna Purchia, sembra che non vorrà modificarlo….“Per il tanto clamore sollevato dai media per la questione dell’idoneità fisica, tanto da arrivare ad usare addirittura la parola “discriminazione” – ha detto la Purchia – ribadisco con forza che la Fondazione con l’espressione, vetusta da risultare forse oggi non opportuna, “esenti da difetti e imperfezioni” intende indicare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato, trattandosi esclusivamente di idoneità alla mansione specifica, così come disposto dall’art. 41 del d.lgs 81/08. Peraltro è obbligatoria, prima dell’assunzione la verifica dell’idoneità alla mansione da parte del medico competente”.