L’altro ieri, dopo circa 29 anni di servizio, la Rai ha licenziato uno dei suoi operai, cronisti o registi come meglio dir si voglia. Di quelli che vanno anche in prima linea e non si risparmiano. Per contenuti e valori. E’ un giornalista indipendente Stefano Mencherini, da sempre contro ingiustizie e illegalità, ricordiamo il suo “Mare nostrum” autoprodotto nel 2003, dove si anticipavano i disastri di oggi sul fronte immigrazione. Nel suo lavoro giornalistico e nella sua vita personale Mencherini non ha mai tollerato e non tollera oggi calpestii di diritti umani e civili, sopraffazioni o abusi di potere. Ma è anche stato, il dipendente citato, nel Servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale della Rai per circa 29 anni. Ci è entrato dopo una decina d’anni di precariato, vincendo una causa di lavoro come tantissimi in Rai. In passato ha contribuito, esponendosi sempre in prima persona, a ristabilire la legalità in un importante programma di Rai1, Linea verde. Ha fondato, insieme ad altri 4 colleghi nel Centro di produzione Rai di Napoli, una libera associazione: RinasceRai. Ha sostenuto e rilanciato l’appello per non far rottamare ma anzi rilanciare l’unico polo di Servizio pubblico del Mezzogiorno d’Italia. Ha permesso, sempre con l’impegno di RinasceRai, di lanciare iniziative pubbliche, dibattiti sulla stampa locale e non come sui social. Ha chiesto per il rilancio di Napoli a Rai, insieme ad alcune organizzazioni sindacali, la direzione di RaiDoc, la nuova struttura di produzione di documentari ancora senza destinazione nè direzione autorevole. E infine ha alcuni mesi fa consegnato, prima internamente all’Internal auditing della azienda e successivamente alla magistratura ordinaria, alcuni dossier su evidenti ‘criticità’ negli appalti tra Rai e soggetti esterni come una multinazionale molto nota. E’ scritto “per giusta causa” nella lettera di licenziamento. Per questo noi vogliamo davvero sapere quale sia la vera giusta causa. Magari quella di un Servizio pubblico ben gestito, attento ai contenuti e imparziale e veritiero nel racconto, anche giornalistico, della quotidianità. Magari una Rai dove i nepotismi, i conflitti di interesse, le sopraffazioni e le umiliazioni personali, le infinite raccomandazioni siano se non sconfitte almeno messe in minoranza. Dove TRASPARENZA e RISPETTO DEL BUON SENSO e della LEGALITA’ siano rimesse al centro della azione di una televisione di Stato pagata da tutti noi.
primi firmatari
Edoardo Winspeare, regista
Giuliano Montaldo, regista
Maurizio Del Bufalo, Associazione Cinema e Diritti, Napoli
Laura Mandolesi Ferrini, giornalista Rai
Giuseppe De Leonardis, segretario generale Cgil Bat
Zoello Forni, presidente Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro)
Giovanni Russo Spena, intellettuale ed ex parlamentare
Antonio Bagnoli, editore
Alessandro Libraro, manager
Dante Iannuzzi, sindacalista Rai
Enzo Antonelli, libero professionista
Franca Primi, psicologa
Dante D’Aurelio, telecineoperatore
Lorenzo Di Maio, regista Rai
Alberto Punzi, creativo
Loretto Ricci, pensionato, artista, ex sindacalista
Anna Selva, artista
Checchino Antonini, giornalista
Gianluca Francioni, atleta
Vittorio Agnoletto, medico già parlamentare europeo
Laura Guardia, medico
Antonio Ferlicca, regista Rai
Raimondo Rossi, artista ex insegnante
Claudio Sperandini, libero professionista
Stefano D’Aurelio, montatore
Cristina De Stefanis, assistente anziani
Luca Leone, giornalista e editore
El Doctor Sax di Gabriele Nero, editore in Valencia
Antonello Matarazzo, regista indipendente
Carla Reschia, giornalista de ‘La Stampa’
Angelica Mereu, collaboratrice editoriale
Francesco Crociani, giornalista
Su Fb stefano emme o gruppi Fb RinasceRai