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Caso Bcc Terra d’Otranto. Due interrogatori che fanno tremare gli imputati

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Due interrogatori. Sette ore di dichiarazioni fiume davanti agli uomini del Ros dei carabinieri di Lecce. È l’ultimo – in ordine di tempo – colpo di scena nella vicenda Bcc Terra d’Otranto che, in Salento, tiene banco nelle colonne in cronaca da cinque anni.

Se da un lato infatti, è iniziato il processo a carico di sei persone (tra cui il primo cittadino del Comune di Carmiano, nel leccese, Giancarlo Mazzotta e nomi noti della Sacra Corona Unita) per, tra i vari capi d’imputazione, estorsione aggravata da metodo mafioso e altre amenità, che sarebbero state poste in essere in occasione delle elezioni del cda di quella ex cassa rurale nel 2014, dall’altro l’indagine non può dirsi completata. Proprio perché nuovi e pesanti elementi si aggiungono, giorno dopo giorno aprendo nuovi scenari mentre – val la pena ricordarlo – il comune in cui ha sede la filiale storica di quella Bcc, Carmiano (vedi sopra), rischia il commissariamento per infiltrazioni mafiose, con tanto di commissione d’inchiesta al suo secondo trimestre di intenso lavoro.

Indagini a tambur battente con raggio d’azione che da quelle elezioni in Bcc, si è allungato all’attività amministrativa del primo cittadino a processo, alle sue attività imprenditoriali nel settore turistico, a quel clima omertoso in prima battuta e ora che cadono castelli e certezze sempre più collaborativo, che si respira in paese.

Come accaduto nell’udienza di giugno, quando il pm portò in aula una sequela di intercettazioni telefoniche datate 2018 che raccontano della longa manus dei soliti noti sugli affari di Bcc, in barba all’inchiesta in corso, in barba all’insediamento di altri cda (https://www.articolo21.org/2019/06/le-mani-sulla-citta-un-comune-a-rischio-commissariamento-per-mafia-e-i-giochi-di-potere-del-sindaco-banchiere/),

anche l’udienza dell’1 luglio ha regalato un’altra matrioska.

Depositato il’interrogatorio reso al Ros da Emanuele Sperti, imprenditore di Carmiano, un tempo vicino al sindaco e poi completamente distante, il cui nome comparve nel 2014 tra le righe dei primi 16 indagati per la vicenda Bcc e fu poi subito dopo stralciato. Per comparire di nuovo come presunto autore di una tentata estorsione ai danni dello stesso sindaco, nel 2017, in qualità di intermediario di un boss per la riscossione di un debito.

E proprio quelle accuse, che non hanno al momentoprodotto avvisi di garanzia né certezze, avrebbero spinto l’uomo, a rendere spontanee dichiarazioni, entrando peraltro dalla porta principale nel processo Bcc, ma in qualità di teste dell’accusa.

Irregolarità nelle elezioni Bcc 2014, collegamenti e presunte collaborazioni (dagli interessati sempre negati) tra il sindaco Giancarlo Mazzotta e il cugino, Giovanni Mazzotta (insieme nella foto, agli atti delle indagini, che pubblichiamo in esclusiva, ndr), uomo ritenuto attivo nel clan Tornese della Scu, sono alcuni degli elementi contenuti in quelle dichiarazioni che ricostruiscono con precisione chirurgica ogni fase di quella chiamata al voto, dal prima al durante al dopo. Pressioni per rilasciare false dichiarazioni sulla posizione di alcuni soci “blasonati”, spendita di nomi di altri personaggi forti del clan per avere credito e fare paura,  rapporti personali e relazioni  divenuti causa di rottura di altri rapporti. In tre ore insomma, di materiale ce n’è.

Indagini in parallelo, si diceva. Da un lato la banca, dall’altro il Comune e le imprese. Al centro un primo cittadino, che ha sempre negato ogni addebito ritenendosi vittima di errore e che conferma la sua innocenza.

Ma gli interrogatori, si diceva, sono due.

Altre quattro ore di dichiarazioni spontanee davanti agli uomini del Ros, i primi a giungere in Bcc nel 2014 insieme al pm Carmen Ruggiero, sono state rese da un secondo uomo, imprenditore che dell’amministratore al centro di questa intricata vicenda conosce tanto, e che ha fornito dettagli non entrati per ora a far parte del processo Bcc perché, con ogni probabilità, attengono ad una sfera più ampia e composita e potrebbero quindi confluire nell’attività in essere su altri fronti, compresa quella sul municipio.

Anche qui si attende il colpo di scena. Forse non uno solo, considerando che la prossima udienza è stata fissata a novembre prossimo.


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