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Togo, diritti delle donne negati nonostante le leggi sulla parità

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Da un punto di vista normativo il paese ha le carte in regola. C’è la Costituzione, che vieta discriminazioni di qualunque genere. E ci sono leggi sulla parità che negli ultimi anni hanno riconosciuto diritti importanti. “Il problema sorge perché nel Togo ci si basa ancora sul diritto consuetudinario. Tutto al di fuori dalle leggi”

 

I diritti delle donne in Togo sono meno rispettati di quelli degli uomini. A partire dalle ragazze madri lasciate sole senza alcuna protezione e senza che nessuno protesti. “In parecchi casi non si possiede il certificato di matrimonio – spiega Alì Gado, vicepresidente dell’associazione togolesi in Italia – e questo complica notevolmente le cose. Anche dopo 15 anni di matrimonio alle spalle, un uomo può scegliere liberamente di ripudiare la sua donna. E così lei resta in strada senza alcuna tutela”.

La legge. Da un punto di vista normativo, però, il Togo ha le carte in regola. C’è la Costituzione, che vieta discriminazioni di qualunque genere, tra cui quelle basate sulla differenza di genere. E ci sono leggi sulla parità che negli ultimi anni hanno riconosciuto diritti importanti. “Il problema sorge perché nel Togo ci si basa ancora sul diritto consuetudinario. Tutto al di fuori dalle leggi”, dice Gado.

Il contesto. L’ultimo report Unicef in materia di matrimoni precoci scatta una fotografia impietosa sulla situazione in Africa centrale e occidentale. Dove ben il 41% delle donne, pari a 59 milioni, si sono sposate prima della maggiore età. Di queste, 22 milioni vivono in Nigeria.

La classifica. Andando a guardare l’incidenza dei matrimoni precoci, si scopre che il Paese messo peggio è il Niger, con il 76% del totale. Molto preoccupanti anche i numeri registrati nella Repubblica Centrafrica (68%) e in Ciad (67%), rispettivamente secondo e terzo in questa triste classifica. E il terzetto di testa non cambia se si vanno ad analizzare i dati dei matrimoni prima dei 15 anni d’età: in Ciad, Repubblica Centrafricana e Niger restano sopra il 25%. Meglio, da questo punto di vista, in Togo, ma anche in Ghana, Gabon, Guinea Bissau, Benin, Costa d’Avorio, Gambia, Cameroon e Liberia: in tutti questi paesi si resta sotto il 10% di spose bambine.

Due cause su tutte. Per il fondo delle Nazioni Unite che ha curato la ricerca, i motivi che hanno portato a questa situazione sono soprattutto la povertà e le condizioni nelle zone rurali. Nelle aree agricole dell’Africa centrale e occidentale, infatti, il tasso di spose bambine è doppio rispetto a quello evidenziato nelle aree urbane. E se pure l’andamento generale nel lungo periodo è alla diminuzione, ma ci sono nazioni dove il calo avviene troppo lentamente, come Ciad, Centrafrica e Burkina Faso.

L’articolo integrale di Graziano Masperi, Togo, dove essere donne significa avere meno diritti, può essere letto su Osservatorio Diritti.

Da redattoresociale


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