Una ragazza di 17 anni devastata psicologicamente che sceglie di morire, ci procura un trauma d’impotenza. E una domanda: è giusto assecondare la depressione precoce che chiede il sollievo della morte? Vista da fuori, l’assenza di una malattia irreversibile e fisicamente dolorosa porterebbe a dire di no. Ma occorrerebbe stare nella testa di quella ragazza per valutare la situazione e questa è una simulazione impossibile. Allora, si deve credere a quello che non si vede, persino quando – come in questo caso – è smentito da un corpo sano e piacevole: ovvero un dolore talmente devastante, che supera la paura del nulla. Anzi, lo desidera come un’anestesia.