“Noi non ci fermiamo qui, non ci sconvochiamo, la battaglia per la libertà di informazione e il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione continuerà”. Così Raffaele Lorusso, segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha chiuso l’assemblea straordinaria in difesa di Radio Radicale e di tutte le testate colpite dai tagli al fondo per il pluralismo dell’informazione. Un appuntamento davanti all’ingresso di Montecitorio che di straordinario non ha avuto solo il luogo ma anche la partecipazione dei rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, con l’unica eccezione del Movimento 5 Stelle, oltre a tanti giornalisti, delegati dei cdr, delle associazioni e degli Ordini regionali, a nome dei quali ha parlato la Presidente di quello del Lazio, Paola Spadari. L’iniziativa della Fnsi, organizzata in collaborazione con Articolo 21 e con la partecipazione di No bavaglio, Cgil, Amnesty Italia, cdr L’Unità, Usigrai, Giulia giornaliste, associazione per il rinnovamento della sinistra, Carta di Roma, Controcorrente, si è svolta in concomitanza con i lavori dell’aula, con l’obiettivo di ottenere la votazione sugli emendamenti che riguardano la proroga del contratto (scaduto il 20 maggio) tra Radio Radicale e il Mise, nonché per lo stop ai tagli al fondo per il pluralismo dell’informazione che colpiscono, tra gli altri Avvenire, Il Manifesto (rappresentato in piazza dal direttore e da molti giornalisti), i settimanali cattolici e moltissime testate locali edite da cooperative di giornalisti. Di “attacco frontale all’informazione e al diritto di tutti i cittadini ad essere informati” ha parlato Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, in prima linea contro i “tagli e i bavagli” che avanzano in fretta e con prepotenza in questi ultimi mesi. Molti i parlamentari che hanno preso la parola e di estrazioni assai diverse. Tra gli altri Renato Brunetta che ha ricordato il ruolo di servizio pubblico di Radio Radicale e di archivio giudiziario dei maggiori processi penali, Maurizio Gasparri, Luca Paolini, Laura Boldrini, Stefano Fassina, Roberto Giachetti, che sta attuando uno sciopero della fame per la radio, Andrea Marcucci, Rita Bernardini , Giuseppe Basini, Francesco Verducci, Paolo Siani e l’ex Presidente della Camera Fausto Bertinotti. La presenza di alcuni parlamentari della Lega, come appunto Basini, ha fatto emergere come un voto favorevole al prolungamento del contratto (e della vita) di Radio Radicale trovi il sostegno pure di forze governative. Ma ciò è stato evidente è la ritrovata unità intellettuale e concettuale sulla necessità di non sopprimere la voce e il servizio della radio e neppure quella delle testate che accedono al fondo pubblico. Il concetto espresso da molti si può sintetizzare nelle parole di Walter Verini (Pd): “Siamo qui per difendere Radio Radicale e la libertà di tutti. La libertà di informazione, che oggi sembra non piaccia a tanti. Ma l’informazione libera è come l’ossigeno: ci accorgiamo di quanto è importante solo quanto rischiamo di perderla». Evitare di perderla si può se “dalle espressioni di solidarietà si passa al voto concreto, perché è con gli atti e il voto dell’aula che si cambiano le cose”, ha sottolineato Giulietti rilanciando l’appello a tutti gli schieramenti politici di battersi perché gli emendamenti siano portati al voto dei parlamentari che debbono potersi esprimere su un argomento così importante, impedendo che banali ostacoli burocratici e formali vengano utilizzati al solo fine di evitare il voto. La manifestazione si è chiusa con l’intervento di Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale, che ha ringraziato tutti i presenti e sottolineato come “il fatto che ci sia questa sensibilità e mobilitazione trasversale significa che Radio Radicale ha dato voce a tutti e che tutti la ritengono necessaria per l’informazione e per la democrazia”.