BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Umanità e sistemi di calcolo

0 0

Zeynep Tufekci, sociologa turco-statunitense che studia l’impatto reciproco di tecnologia e società, pensa che gli algoritmi per loro natura abbiano in se una tendenza alla parzialità perchè sono creati da esseri umani che sono di parte e “ottimizzano il prodotto in base ai parametri scelti dall’azienda in condizioni ugualmente scelte dall’azienda”. L’algoritmo fa coincidere il concetto di rilevanza con il concetto di interesse individuale. Strutturalmente tu vedrai delle cose che lui pensa che ti interessino, non tutto quello che c’è da vedere. Tutta la rete, tutta quella che viene  filtrata da un motore di ricerca, da un social, dagli algoritmi insomma funziona in questo modo. Utilizzare un approccio unicamente software-based può essere rischioso e portare ad azioni non utili o addirittura dannose. Spesso non sappiamo abbastanza su come i sistemi algoritmici lavorano per sapere se sono più giusti di quanto gli esseri umani sarebbero da soli. In parte perché i sistemi fanno scelte sulla base di ipotesi sottostanti che non sono chiare anche ai progettisti dei sistemi, non è necessariamente possibile determinare quali algoritmi sono distorti e quali no. E anche quando la risposta sembra chiara  la verità a volte è più complicata di come appare.

Sul lavoro della tecno-sociologa, che ha scritto anche alcuni libri, nessuno di questi purtroppo tradotto nel nostro Paese, abbiamo provato a formulare alcune nostre riflessioni. In particolare partendo dalle dichiarazioni della studiosa di origine turca che vive e lavora in America riportate qui sopra abbiamo estratto alcuni passaggi a nostro giudizio esplicativi di alcune sue teorie ricavandoli da un suo speech ad una conferenza Ted x di cui trovate qui sotto il video integrale.

Guardiamo a un fatto semplice delle nostre vite digitali, le pubblicità. Giusto? Tendiamo a ignorarle. Sembrano rozze, di scarso effetto. Tutti abbiamo avuto la sensazione di essere inseguiti sul web da pubblicità basate su cose che abbiamo cercato o letto. Lo sapete, cercate un paio di stivali e per giorni, questi stivali vi seguiranno dovunque andiate. Persino quando cedete e li acquistate, continueranno a seguirvi ancora. Siamo quasi abituati a questo tipo di manipolazione grossolana. Alziamo gli occhi e pensiamo, “Sai? Queste cose non funzionano.” Tranne che, online, le tecnologie digitali non sono solo pubblicità. Per capire meglio, prendiamo un esempio del mondo fisico. Sapete che nei supermercati, proprio vicino alle casse trovate dolci e gomme ad altezza occhi di bambino? È fatto apposta per farli piagnucolare proprio mentre i genitori stanno per pagare alla cassa. Questa è architettura persuasiva. Non è bella, ma funziona. E infatti la vedete in tutti i supermarket. Nel mondo reale, queste architetture persuasive sono un po’ limitate, perché si può caricare… Continua su lsdi


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21