“Esponiamo fuori dai balconi striscioni che richiamano gli articoli 3 e 21 della Costituzione. Sono sicuro non saranno rimossi dalle forze dell’ordine”. La pari dignità tra tutti i cittadini e la libertà d’informazione, sancite dalla Carta costituzionale antifascista e antirazzista, sono richiamate con forza da Raffaele Lorusso nella giornata di presentazione della Carta di Napoli per il giornalismo per immagini. Un manifesto che, nel nome di Andrea Rocchelli, non si limita a definire diritti e doveri per un rilevante segmento di lavoratori dell’informazione, ma si rivolge a tutti i cittadini a tutela di un bene collettivo.
E alla giornata, promossa da Fnsi e Sindacato unitario dei giornalisti della Campania (Sugc) e a cui ha portato il saluto l’assessore comunale alla Cultura Gaetano Daniele, sono intervenuti pure Rino Rocchelli ed Elisa Signori, genitori del fotoreporter trentenne assassinato in Ucraina il 24 maggio 2014 insieme al collega russo Andrej Mironov. E proprio il 24 maggio prossimo a Pavia si terrà una nuova udienza del processo per fare luce sull’omicidio, anticipata da un corteo organizzato dagli amici di Rocchelli, al quale interverrà una delegazione di Fnsi e Associazione lombarda dei giornalisti (Alg), sindacato regionale presente all’appuntamento di Napoli con una propria delegazione al pari delle organizzazioni di Veneto e Trentino Alto Adige.
“Sarà la quattordicesima udienza” precisa Signori che ritiene fondamentale una chiara regolamentazione internazionale a tutela del lavoro giornalistico. “Non c’è ancora una parola per definire la violenza intenzionale contro i giornalisti – osserva ancora la madre di Rocchelli – la morte di un giornalista non è effetto collaterale della guerra”. Il caso Rocchelli sarà oggetto della puntata in onda il prossimo 9 giugno di “L’ora della legalità”, trasmissione giornalistica di Rai 3 a cura di Loris Mazzetti. Un frammento della puntata è stato presentato dall’autore in anteprima ai partecipanti all’incontro.
“E’ doveroso chiedere verità e giustizia” ha rimarcato Mazzetti. Un impegno ribadito da Paolo Perucchini, segretario Alg: “Il sindacato continuerà a essere presente in tutte le sedi perché siano accertate le responsabilità”. Il segretario nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Guido D’Ubaldo, ha garantito la piena intesa con la Fnsi anche su questo terreno. E Mattia Motta, presidente della Commissione lavoro autonomo nazionale (Clan) della Fnsi ha ricordato come Rocchelli fosse un freelance. “Una condizione comune alla maggioranza dei lavoratori dell’informazione – sottolinea – sono piacentino e conosco il collettivo Cesuralab con cui Rocchelli lavorava e che ha sede a Pianello Val Tidone, a metà via tra Emilia e Lombardia, dove la comunità ha ben accolto questo gruppo. Il rinnovato rapporto con i lettori, chiamati magari a finanziare come avviene in Svezia progetti d’inchiesta giornalistica, potrebbe rappresentare un filone per sostenere l’autonomia dei cronisti e l’informazione di qualità”.
La descrizione della Carta di Napoli è stata affidata ai giornalisti del sindacato campano che hanno definito il documento attraverso un gruppo di lavoro, coordinato dalla fotogiornalista Roberta De Maddi con i colleghi Renato Cavallo e Stefano Renna. “La Carta – ha sottolineato Claudio Silvestri, segretario del Sugc – è uno strumento importante per essere all’altezza delle sfide dei tempi e rinnovare l’attenzione a una componente della categoria che deve trovare nel Sindacato la propria casa”. Nella Carta ci sono l’impegno alla tutela materiale di questi lavoratori dalle retribuzioni al copyright, il richiamo all’importanza di approfondire e verificare le fonti, il monito alla responsabilità verso i lettori e verso le persone protagoniste delle cronache, a maggior ragione se minori o fragili. “Insieme al segretario generale Lorusso porteremo la Carta all’attenzione delle federazioni sindacali internazionale ed europea dei giornalisti” ha assicurato Anna Del Freo, segretaria generale aggiunta Fnsi e rappresentante italiana nel comitato direttivo della Efj.
“Un impegno che dovrà investire tutti i sindacati regionali – auspica Lorusso – come elemento importante nella battaglia per l’equa retribuzione del lavoro e la tutela del copyright per i fotoreporter come per tutti i giornalisti. Un fronte che ci vede in prima linea, al pari della ricerca volontà non solo per Rocchelli, ma per tutti i colleghi caduti e ancora in attesa di verità come Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Antonio Russo”. Parallelamente ai lavori, sono state inaugurate all’interno della sede dell’Accademia delle Belle Arti (via Bellini, 36) le mostre “Voices of the voiceless”, con le foto di Rocchelli scattate nei territori di guerra, e “Camorra, le voci di dentro”, di Stefano Renna e Marco Salvia, dove Napoli viene rappresentata come territorio di una guerra infinita che continua a mietere vittime. Le mostre saranno visitabili per dieci giorni.