Monito formale dell’Onu alle politiche sull’immigrazione introdotte in Italia. L’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha scritto al Ministro degli Esteri chiedendo di ritirare le circolari emesse dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini contro la nave Mare Jonio e ha chiesto altresì di bloccare il provvedimento che multa le Ong. La lettera, lunga undici pagine, è molto articolata e si riferisce in modo specifico alle direttive del Viminale con cui si è vietato il salvataggio in mare. L’Onu ci chiede di interrompere immediatamente l’iter di approvazione del cosiddetto decreto sicurezza bis che dovrebbe andare in Consiglio dei Ministri lunedì 20 maggio. Di fatto siamo di fronte ad un richiamo drastico a rivedere le politiche sull’immigrazione. Leggere le motivazioni è durissimo: il decreto “mette a rischio di diritti umani dei migranti, inclusi i richiedenti asilo” e “fomenta il clima di ostilità e xenofobia”, nonché “viola le convenzioni internazionali”. Non si tratta di un giudizio politico ma di una valutazione tecnica basata sul confronto tra il contenuto del decreto e le norme internazionali vigenti a garanzia dei diritti umani. Per questo ancora più grave e stringente. La lettera è firmata da Beatriz Balbin, capo delle “Special procedures” dell’alto Commissariato per i Diritti Umani, ed è stata inviata il 15 maggio all’ambasciatore italiano all’Onu, Gian Lorenzo Cornado, perché questi a sua volta lo trasmetta al Ministro degli Esteri italiano. Non è neppure una novità perché altri due richiami dello stesso tenore sono stati già inviati all’Italia nel corso del 2018, senza che via sia stato alcun seguito o riscontro.
In uno dei passaggi della lettera si sottolinea che ci sono ragionevoli elementi per ipotizzare che la direttiva di marzo 2019 sia stata emanata “per colpire direttamente la Mare Jonio, vietandole l’accesso alle acque e ai porti italiani; nella direttiva del 15 aprile la si accusa esplicitamente di favorire l’immigrazione clandestina. Siamo profondamente preoccupati per queste direttive che non sono basate su alcuna sentenza della competente autorità giuridica”. Secondo l’Alto Commissariato presso l’Onu inoltre potremmo essere di fronte all’ennesimo “tentativo di criminalizzare le operazioni search and rescue delle organizzazioni civili” e tale tentativo finisce per “intensificare il clima di ostilità e xenofobia” verso i migranti.